In poche parole: La Bilancia dei Pagamenti

"In poche parole"  vuole trattare i temi basilari della macroeconomia in una maniera spero semplice e facilmente comprensibile per i non addetti ai lavori. 
Non si rivolge ai più esperti, che lamenteranno eccessive semplificazioni, ma ai meno esperti, che potranno trovare un supporto da cui partire...

La Bilancia dei Pagamenti registra tutti i movimenti di valuta tra un paese e il resto del mondo.

Schematizzando, la bilancia si compone di due parti fondamentali: una registra i movimenti di valuta che avvengono in seguito agli scambi di beni e servizi (le cosidette partite correnti) - l'altra registra i movimenti dei capitali per investimenti finanziari e produttivi. 

Le Partite correnti comprendono 4 sezioni:

- Quella che viene chiamata la bilancia commerciale di un paese non è altro che una importante sezione delle partite correnti, corrispondente alle "esportazioni" e “importazioni” di beni.

- La vendita o l'acquisto di servizi all'estero, che sono beni non tangibili, non fa parte della bilancia commerciale in senso stretto, ma viene registrata in un'altra sezione, le partite invisibili appunto, e si tratta dei servizi bancari, assicurativi o di trasporto. Ma ci rientra anche il turismo. Ad esempio il servizio alberghiero pagato da un tedesco è un'esportazione di servizi dell'Italia verso la Germania. 

- Un'altra sezione contabilizza i redditi in entrata e in uscita dal paese: redditi da capitale, come dividendi e ad esempio gli interessi sui titoli del debito pubblico, e redditi da lavoro, come i redditi pagati ai lavoratori stranieri, nella misura in cui non vengono consumati in loco ma spediti alle famiglie a casa. 

Un'ultima voce da segnalare di questa sezione sono i trasferimenti unilaterali, ossia quella valuta che entra o esce senza contropartita di beni o servizi - come come ad es. aiuti e doni all'estero fatti dai privati; o fatti dallo Stato, come gli stanziamenti alle organizzazioni internazionali, ad es. le quote di finanziamento del bilancio dell’Unione Europea .

Conto finanziario

L'altra parte della Bilancia corrisponde al Conto finanziario. La distinzione più importante di questa sezione è questa:
  • gli Investimenti diretti. Ossia gli acquisti o vendite di attività produttive reali, come ad esempio l'impianto di una fabbrica all'estero o l'acquisto della maggioranza azionaria di un'impresa all'estero.

  • Gli Investimenti di portafoglio, ossia acquisti o vendite di attività a lungo termine come azioni (incluse quote di fondi comuni), obbligazioni o altri strumenti finanziari.

  • Un'altra voce particolare del Conto finanziario è costituita dalle Riserve Ufficiali detenute dalla Banca centrale; si tratta di oro, valute estere, diritti speciali di prelievo (che sono riserve presso il Fondo Monetario Internazionale) o crediti internazionali in valuta detenuti dalla Banca Centrale.
    Le riserve ufficiali sono lo strumento tramite il quale la Banca centrale compensa gli squilibri della bilancia dei pagamenti: se la bilancia dei pagamenti presenta un saldo attivo, e quindi é a credito col resto del mondo, la Banca centrale acquisirà riserve ufficiali dagli altri paesi in pagamento; al contrario, la Banca cederà riserve in caso di saldo negativo.
  • Dato che risulta spesso difficile quantificare con esattezza gli scambi, la misurazione della BdP include una voce, spesso anche molto rilevante, detta 'errori e omissioni'.

Il Saldo della Bilancia dei Pagamenti

Un saldo negativo significa che le entrate di valuta non bastano a far fronte alle uscite, e se un paese ha bisogno di importare perché manca di materie prime, necessariamente dovrà attrezzarsi per aumentare anche le sue esportazioni in modo da riequilibrare il conto. Infatti non si può attingere alle riserve valutarie all'infinito. Le riserve rischiano di esaurirsi, e non possono essere usate per disavanzi commerciali di lunga durata (detti anche strutturali). 

Si può anche fare ricorso a prestiti internazionali. Ad esempio il Fondo Monetario Internazionale, istituito nel 1944 a Bretton Woods, ha proprio il compito di fornire prestiti ai paesi che attraversano crisi legate a squilibri dei conti con l'estero. Però anche i prestiti comportano un debito estero, che deve essere restituito.

Occorre quindi riequilibrare la bilancia, e questo si può fare in vari modi:
  • attraverso le cosiddette “politiche di aggiustamento strutturale”, che fondamentalmente mirano a ridurre le importazioni facendo diminuire la domanda interna attraverso l'abbassamento della spesa privata e pubblica, e a incentivare le esportazioni attraverso la riduzione del costo del lavoro. I prestiti del FMI sono condizionati all'attuazione di queste politiche, che comportano lattraversamento di una pesante crisi interna per il paese che le deve sostenere.
  • una soluzione tipica è quella di ricorrere a politiche di protezionismo, ossia rendere più costose le importazioni applicando dei dazi doganali, o agendo per via indiretta sostenere con sussidi la produzione interna in modo che risulti più competitiva rispetto ai prodotti stranieri; si possono anche limitare o vietare per legge le importazioni di determinati prodotti; in un modo o nell'altro, questo tipo di politiche può scatenare ritorsioni commerciali da parte degli altri paesi che rendono poi più difficili le esportazioni.

  • Anche il tasso di interesse ha un'influenza sulla bilancia dei pagamenti; infatti se la parte commerciale è in deficit, rialzando il tasso di interesse ufficiale si possono attirare capitali dall'estero in cerca di buoni rendimenti e riequilibrare la bilancia con un avanzo nei movimenti dei capitali. E' da tener presente che un rialzo dei tassi ha un effetto deprimente sull'economia del paese, rendendo più difficili gli investimenti e il credito – il che potrebbe d'altronde anche giovare ai fini del riequilibrio della bilancia commerciale, perché un'economia depressa importa di meno.

  • La soluzione assolutamente tipica, che agisce automaticamente se ci si trova in un contesto di cambi flessibili, è la svalutazione competitiva. Svalutando il cambio, si rendono più costose le valute estere e quindi le importazioni, mentre si rendono più convenienti le esportazioni, così da riequilibrare la bilancia (In poche parole: i tassi di cambio).
Bilancia commerciale italiana dagli anni '70 agli anni '90

ftp://ftp.unibocconi.it/pub/corsi/ep131/app/App4.doc

  Negli anni settanta si possono osservare gli effetti degli shock petroliferi sulla bilancia commerciale. Il primo shock nel 1973 porta la bilancia commerciale da una situazione di sostanziale pareggio ad una di disavanzo. Nel 1978 da un moderato avanzo si passa ad un sostanziale disavanzo. 

  Negli anni ottanta, fino al 1992, la bilancia commerciale si mantiene in costante disavanzo, in relazione alla perdita di competitività dell’economia italiana, causata dalla necessità di mantenere fisso il cambio all’interno del Sistema Monetario Europeo SME.

  Dal 1992, in seguito alla forte svalutazione della Lira dovuta all’abbandono dello SME, la competitività internazionale delle merci italiane cresce e la bilancia dei pagamenti torna in attivo.

Dopo gli anni '90 il saldo diventa di nuovo negativo. 
 

Dopo gli anni Novanta, a partire dal 2000 la bilancia  commerciale  registra nuovamente disavanzi, con un andamento irregolare, ma tendente al peggioramento. In particolare, nel 2008, il deficit del conto corrente ha raggiunto il 3,41% del PIL, il peggior dato dal 1981, per poi scendere leggermente nel 2009 (3,16%).