30/04/14

Il successo spagnolo: stagnazione o deflazione?

Edward Hugh sulla piattaforma Economonitor fa notare una banale verità: il PIL nominale della Spagna è fermo, nonostante si parli di ripresa. Il PIL reale sembra crescere, ma solo perché la Spagna è prevista in deflazione. I dati sull’inflazione sono provvisori, ma gli esiti potranno essere solo 2: o la deflazione viene scongiurata, ma allora non ci sarà nessuna crescita, oppure è confermata la crescita, ma in questo caso sarà arrivata la deflazione. Padella o brace?
Secondo la banca di Spagna, l'economia spagnola ha continuato a crescere nel primo trimestre, e l’ha fatto a ritmo accelerato, con un + 0,4% rispetto ai 3 mesi precedenti. Questa è certamente una buona notizia per tutta la Spagna, e non c'è dubbio che questa è la più forte crescita dall'inizio della crisi (vedi il grafico PMI qui sotto). Inoltre l'economia è cresciuta dello 0,5% rispetto all'anno precedente per la prima volta negli ultimi 9 trimestri.

29/04/14

Sovranità e NON Solidarietà

Da scenarieconomici.it, un bell'articolo di Jean Sebastien che  molto lucidamente mette il dito sulla piaga: chi auspica un'Europa più solidale, con ciò stesso ammette e addirittura richiede lo status di paese colonizzato e sussidiato!



Fermo restando che compiere  opere di solidarietà verso quei  Paesi ancora in via di sviluppo (mettiamoci anche la Grecia, retrocessa, grazie all’euro) sia un atto nobile, questi necessiterebbero di una vera e propria indipendenza economica dal neocolonialismo mondialista e non di una indipendenza puramente formale.

27/04/14

Il futuro chief economist della Bank of England avverte: "E' tempo di ripensare tutto"

Zerohedge riporta un estratto di un intervento di Andrew Haldane, futuro capo economista della BoE, molto critico verso teorie e modelli economici neoclassici: è ora di rimettere l'economia con i piedi per terra. 




Andrew Haldane, ben noto tra i lettori come uno dei banchieri centrali più franchi e credibili di tutto il mondo, a giugno diventerà Chief Economist della Bank of England. Questo è ciò che rende le sue osservazioni - in ogni caso fattualmente oneste - estremamente scomode per i modellisti DSGE (Dynamic Stochastic General Equilibrium) dello status quo keynesiano, vivi e vegeti in ogni banca centrale del mondo. Per riassumere il suo pensiero in questa lettera - i modelli sono inutili ed è il momento di ripensare tutto...

Martin Wolf: Strappare alle banche private il potere di creare moneta

Martin Wolf sul Financial Times porta avanti la discussione sulla moneta, già iniziata qui, affrontando uno dei maggiori tabù: il potere immenso di creare moneta  oggi è concentrato nelle mani del sistema bancario, e la cosa non funziona.



Il gigantesco buco nel cuore delle nostre economie di mercato ha bisogno di essere tappato
Stampare banconote contraffatte è illegale, mentre la creazione di moneta privata non lo è. L'interdipendenza tra lo Stato e le imprese che dispongono di questo potere è la fonte di gran parte dell'instabilità delle nostre economie. Si potrebbe - e si dovrebbe – metterci un freno.

26/04/14

Grecia, quasi un suicidio al giorno per l'austerità

Uno studio scientifico appena pubblicato e ripreso dal britannico Guardian considera il gran numero dei suicidi verificatisi in Grecia tra il 2009 e il 2010 come diretta conseguenza delle politiche di austerità (difficile pensare che negli anni seguenti i suicidi siano diminuiti). L'articolo ricorda anche che il suicidio non è l'unico modo in cui l'austerità uccide.
(Tutto questo, s'intende, per chi ha bisogno delle statistiche.)

(Ah... a qualcuno era sembrato eccessivo l'aggettivo "criminale" recentemente usato dal prof. Sapir ?)


di Katie AllenThe Guardian, 21 aprile 2014

Secondo una ricerca che cerca di mettere in luce il costo dell’austerità sulla salute, i tagli alla spesa in Grecia hanno causato un aumento del tasso di suicidio tra gli uomini. Facendo eco alle statistiche ufficiali del Regno Unito, che mostrano che il tasso di suicidi è tuttora più alto di quanto fosse prima della crisi, alcuni ricercatori dell’Università di Portsmouth hanno trovato una correlazione tra i tagli alla spesa e i suicidi in Grecia.

25/04/14

Come i lavoratori tedeschi sottopagati hanno contribuito a creare la crisi del debito in Europa

Sul New York Times, Neil Irwin spiega come la deflazione salariale in Germania abbia contribuito a creare la crisi dell'Eurozona e come un aumento salariale a Berlino potrebbe rendere meno gravose le sofferenze a Madrid. Probabilmente Irwin non ha letto Anschluss di Vladimiro Giacchè, ma ha ben chiaro che le politiche di austerity comportano un riallineamento asimmetrico degli squilibri che grava soltanto sui paesi del Sud Europa.




Per capire una delle ragioni fondamentali della crisi finanziaria europea che ha quasi causato il collasso finanziario globale e ha minacciato di annullare una tendenza durata sei decenni verso un'Europa unita, si potrebbe osservare una bel mucchio di grafici sui mercati obbligazionari, sui disavanzi delle partite correnti e sugli squilibri fiscali.

24/04/14

Commento di Eurointelligence sul "nuovo contratto per l'Europa" di Padoan

Nel suo commento alla proposta di "un nuovo contratto per l'Europa"  del nostro Ministro dell'Economia pubblicata su La Repubblica, il prestigioso Eurointelligence sottolinea in maniera molto acuta quello che già il prof. Sapir aveva segnalato come vizio intrinseco alla logica dei negoziati europei: il vero scopo di una lunga lista negoziale è di poter transigere su quei pochi punti che veramente contano!



Eurointelligence - Non restiamo certo col fiato sospeso sulla presidenza italiana dell'Unione europea e sulla sua dichiarata ambizione di cambiare il modo di funzionamento dell'UE e della zona euro in particolare. 

23/04/14

Martin Wolf: Solo gli ignoranti vivono nella paura dell'iperinflazione

In un interessante articolo sul Financial Times, Martin Wolf sfata il mito del rapporto tra  moneta e inflazione - riprendendo il bollettino trimestrale della Banca d'Inghilterra (già commentato su Voci qui)
Ma nonostante questo impegno informativo del chief economist del FT e di una delle più importanti banche centrali,  accade che su siti di forte impatto mediatico continuino a trovare spazio delle tesi insensate...

 

La mancata comprensione del sistema monetario ha reso più difficile l'intervento delle banche centrali.

Alcuni anni fa, ho moderato un dibattito in cui un uomo politico statunitense insisteva che la stampa di denaro della Federal Reserve avrebbe presto portato all'iperinflazione. Eppure oggi la principale preoccupazione della Fed è piuttosto come riuscire far salire l'inflazione all'obiettivo stabilito. Come molti altri, il politico non riusciva a capire il funzionamento del sistema monetario.

22/04/14

Sapir: Le Elezioni Europee

Un recente post del prof. Sapir sulle elezioni europee sottolinea la necessità di votare e prendere posizione. Dalla gestione della crisi del 2008 ai nefandi programmi della Troika, dalla posizione nella crisi ucraina al TTIP, l'UE si dimostra un fallimento totale rispetto a tutte le sue promesse. A conti fatti non solo l'euro, ma anche questa UE deve essere smantellata (non "cambiata") per poter ricominciare con un'altra Europa.


Dopo la formazione del nuovo governo francese siamo stati subito e pienamente coinvolti nella campagna per le elezioni europee. Queste suscitano in genere uno scarso interesse. E' un errore, e sarebbe particolarmente dannoso se accadesse anche questa volta. La posta in gioco delle prossime elezioni è alta. Esse esprimeranno delle scelte elettorali che saranno, senza dubbio, difficili e delicate. Dobbiamo qui ricordare che tali elezioni riguardano in realtà l’Unione Europea e non l’Europa stessa. Uno può sentirsi culturalmente e storicamente europeo e rifiutare quell’istituzione che si è appropriata del nome di Europa, ma che è ben lontana dall'essere adeguata a tale scopo.

21/04/14

Coppola: Un tentativo di spiegare l’Europa

Su Forbes, Frances Coppola cerca di chiarire ai non europei la differenza tra Europa, Unione Europea ed eurozona. Visti i discorsi di certi politici nostrani, forse una ripassata giova anche in Italia: l’eurozona non è l’Unione Europea, che a sua volta non è l’Europa. La definizione di queste entità nel tempo è cambiata diverse volte – e sicuramente tornerà a modificarsi in futuro, che il ciel ci aiuti!
Mi imbatto di frequente in confusioni tra l’“Europa”, l’Unione Europea e l’eurozona, soprattutto dall’altra sponda dell’Atlantico. E’ comprensibile, dal momento che l’”Europa” nell’immaginario collettivo assomiglia a degli Stati Uniti nascenti. Ma la realtà è completamente diversa. Cercherò quindi di spiegare in cosa si distinguono l’”Europa”, l’Unione Europea e l’eurozona.

20/04/14

L’inflazione ti rende più povero?

Sul suo blog, Noah Smith cerca di far comprendere l’assurdità di sostenere che l’inflazione ci renda più poveri, o per dirla all’italiana sia “la più iniqua delle tasse” e che penalizzi “la vedova e l’orfano (@AlbertoBagnai)". Lo fa con un post ironico, semplice e spassoso. E con questo, Buona Pasqua a tutti i lettori. 
Un sacco di gente pensa che l’inflazione la renda più povera. Sembra giusto, no?
Potresti pensare: “Mmm, se il mio reddito rimane uguale e i prezzi salgono (inflazione), allora non posso più comprare le stesse cose di prima, quindi il mio potere d’acquisto è sceso. Sono più povero!

E poi potresti pensare: “In realtà, a prescindere da quel che succede al mio stipendio, posso comprare più cose se i prezzi sono più bassi. Perciò l’inflazione mi rende sempre più povero, a prescindere da tutto il resto.

19/04/14

Krugman: La Colpa è del Messaggero - Euro Edition

Il tedesco Jürgen Stark — ex membro e capo-economista della BCE — si compiace della stabilität garantita dalla "bassa inflazione" attuale, perché... questo favorisce il nostro reddito reale disponibile e perciò sostiene i nostri consumi! Il Nobel Krugman sul suo blog ridicolizza questo ex banchiere centrale che vive su un altro mondo (ma che ci fa intendere come la pensano quelli che governano le nostre vite).



di Paul Krugman  — 15 aprile 2014

Aha. Mi ero perso questa, detta da Jürgen Stark, una delle cose più incredibili che abbia mai sentito dichiarare da un ex banchiere centrale:

Si può dire che stiamo vivendo un lungo periodo di stabilità dei prezzi. Questa è una buona notizia. Ciò favorisce il reddito reale disponibile e di conseguenza sostiene i consumi dei privati. L'inflazione attesa è stabile, e non c'è alcuna evidenza che famiglie e imprese stiano ritardando gli acquisiti a causa di aspettative di inflazione negativa. Gli allarmi su una imminente deflazione e gli appelli perchè la BCE intervenga sono fuorvianti ed irresponsabili. Più questa discussione continua e si intensifica, più diventa realmente concreto il rischio di una  profezia auto-avverante.

18/04/14

La Francia è il Nuovo Calderone della Rivoluzione Euroscettica

A.E. Pritchard sul Telegraph individua la Francia come il gran calderone delle tendenze euroscettiche, e riferisce di una lettera aperta a Renzi su Le Figaro perché guidi un'alleanza latina per l'uscita dall'euro...quella cui hanno dato ampio risalto i nostri giornali...o no?  (mai speranza fu così mal riposta, comunque).



La Gran Bretagna occupa una posizione marginale nel grande dibattito sull'Europa. La  chiave di volta è la Francia, che sta diventando velocemente un calderone dei punti di vista euroscettici/Poujadisti della destra, delle idee keynesiane reflazionistiche anti-UEM della sinistra, uniti alla messa in discussione della saggezza dell'unione monetaria che attraversa l'establishment francese.

17/04/14

138 Anni di Storia Economica mostrano che è l'eccessivo debito privato che provoca le depressioni

Da Washington's Blog  un'analisi storica mostra come l'eccessivo debito privato sia spesso all'origine delle grandi crisi economiche... Basterebbe ricordare la storia per capire che a un certo punto la cancellazione dei debiti diventa necessaria per evitare il crollo.
Grazie a Federico Nero per la segnalazione e la collaborazione nella traduzione di questo lungo brano!




Troppo debito pubblico danneggia l'economia ... ma troppo debito privato la UCCIDE

Premessa : Desideriamo sfatare i miti sia della sinistra che della destra.

Ad esempio, abbiamo più volte sostenuto che il debito e
il deficit pubblico contano. Oltre un certo livello, essi costituiscono un grande peso per l'economia. Cosa che fa incazzare i nostri lettori liberal.

16/04/14

Gli aiuti dell’Unione Europea hanno distrutto il Portogallo

Dopo Irlanda e Grecia, è la russa Pravda a parlarci di ciò che succede al Portogallo, inabissatosi in una crisi demografica senza precedenti indotta dalla crisi economica e dagli "aiuti" della Troika. C'è una certa ironia nel fatto che tra i pochi a parlarci di questa ennesima catastrofe, scomparsa dai radar dei nostri media liberi, ci sia quello che fino a due decenni fa la voce popolare indicava come il "megafono del potere" sovietico...

 
Traduzione di Sa1nt_Simon
Il Portogallo, membro dell'Unione europea dal 1986, sta rapidamente perdendo la sua popolazione a causa dell'emigrazione significativa. In termini di indicatori economici, il Portogallo si avvicina al livello dei paesi meno sviluppati dell’Europa orientale. Il declino è diventato particolarmente rapido tre anni fa, quando il Portogallo ha cominciato a ricevere assistenza finanziaria da parte dell'Unione europea. Non è una strana coincidenza?

Telegraph: L’Ungheria sta diventando il motivo più importante per cui dovremmo uscire dall’Unione Europea

Dal suo Blog sul Telegraph, Ambrose Evans Pritchard osserva come la UE, con le sue politiche sbagliate, abbia costretto le economie dei paesi dell'Est in una trappola di bassa crescita, favorendo l'ascesa di partiti fascisti. E ci invita a distinguere all'interno di quella generica "estrema destra" a cui si rifanno i media per denigrare il nazionalismo e il sovranismo degli euroscettici.


traduzione di @Sa1nt-Simon

Messi assieme, i nazionalisti revanscisti di vario tipo hanno appena ottenuto il 65% dei voti nell’Ungheria post-democratica. Il partito Jobbik, con l’esca della mistica anti-ebraica, ha aumentato la sua quota di voti al 20%, e non ci sono dubbi che vedremo crescere i raduni della Magyar Garda (la Guardia Magiara, organizzazione di estrema destra legata a Jobbik) e la nostalgia delle Croci Frecciate.

15/04/14

L’Europa Ha Sottoposto il Popolo Greco a un Esperimento Crudele

Dalle colonne del Telegraph, Ambrose Evans-Pritchard fa il punto sulla situazione greca. Il ritorno sul mercato dei bond è uno specchietto per le allodole: la situazione del paese è drammatica, la Grecia è stata la vittima sacrificale sull’altare della moneta unica e avrebbe retto molto meglio all’urto della crisi se avesse potuto immediatamente sganciarsi dall’euro.
Qui al minuto 55' l'anteprima del toccante documentario "La Grecia, il più grande successo dell'euro", che rende molto bene l'idea della situazione del paese oggi.



La vendita trionfante delle obbligazioni Greche a cinque anni a fondi internazionali (1/3) e investitori globali – metà dei quali con sede a Londra – ci dice molto sullo stato mentale ed emotivo degli investitori.


Ci dice invece molto poco sullo stato dell'economia greca o della società greca. Non è certamente la prova che la Grecia sia tranquillamente fuori dai guai. Ed è ancor meno una conferma delle politiche della Troika UE/FMI, un fallimento epico che verrà studiato nelle scuole negli anni a venire.

13/04/14

I "paesi normali" dell’Eurozona non esportano il proprio popolo

Da Irish Left Review un'analisi dei dati sulla disoccupazione in Irlanda ci mostra come in realtà siano i giovani che abbandonano il proprio paese a fare artificialmente scendere il tasso di disoccupazione: e questa la chiamano "normalità"...



Traduzione di Sa1nt_Simon
Il Live Register [è un indicatore a cura dell’Ufficio Centrale di Statistica irlandese che registra mensilmente il numero di coloro che fanno richiesta del sussidio di disoccupazione, ndT] è sceso sotto 400.000 – la prima volta dal maggio 2009. Mentre il Live Register non è una misura ufficiale, il tasso di disoccupazione aggiustato stagionalmente indica la disoccupazione all’11.9%. Il nostro tasso di disoccupazione è ora sotto la media dell’Eurozona. Questo ha portato il Ministero per la Protezione Sociale a dichiarare:
Il Ministro dalla Protezione Sociale Joan Burton ha detto che i dati sono incoraggianti e segnalano il ritorno dell’Irlanda allo stato di “normale paese dell’Eurozona”


12/04/14

Ma comunque, cos’è che può fare la BCE?

Frances Coppola, questa volta su Forbes, torna a intervenire sul potere della BCE nella crisi dell’euro. Per il momento le parole di Draghi sono servite a tenere a bada i mercati, ma presto potrebbe essere necessaria un’azione vera. E in questo caso, la strada per un'azione efficace ma politicamente accettabile è molto tortuosa. Secondo la Coppola, in realtà la BCE potrà fare ben poco per raddrizzare la situazione.
 
Non urinare. L’edificio non è stabile come sembra.
 
La BCE non farà il QE, né qualsiasi altra forma di allentamento monetario, al momento. Ma ne stanno parlando. E, al momento, sembra che parlarne sia sufficiente. L’euro si rivaluta e i tassi sui bond si abbassano, perfino per la Grecia (che questa settimana sta coraggiosamente provando a tornare sul mercato dei capitali). Le borse europee sono sotto pressione   per la crisi ucraina. Niente di nuovo sotto il sole.

11/04/14

Economisti internazionali avvisano la Germania: la crisi dell'eurozona è più pericolosa che mai

Evans-Pritchard del Telegraph riporta una conferenza annuale a cui hanno partecipato politici tedeschi ed economisti internazionali. I tedeschi insistono a dire che l'Europa va nella giusta direzione e sta risolvendo i problemi. In realtà la calma provvisoria guadagnata dalle mosse della BCE e dalla ripresa globale sta trascorrendo senza che avvenga alcun cambiamento significativo. Al prossimo giro di boa del ciclo di liquidità le contraddizioni riesploderanno più forti di prima.


di Ambrose Evans-Pritchard, da Berlino - 09 aprile 2014

Il Consiglio Affari Esteri mette a confronto la linea dura della Germania con le politiche praticate dagli USA verso la Gran Bretagna alla fine della Seconda Guerra Mondiale.

La crisi del debito dell'eurozona si sta aggravando e minaccia di riesplodere su scala piú ampia alla prossima svolta del ciclo di liquidità, come ha messo in guardia un gruppo di illustri economisti durante un confronto di opinioni con dei funzionari pubblici a Berlino.

In Grecia tre milioni di persone senza copertura sanitaria

Dietro ai numeri - impressionanti - ci sono le vite e le speranze delle persone. Keep Talking Greece pubblica un breve articolo con alcuni dati e storie spaventose forniti dall'organizzazione umanitaria Medecins du Monde in Grecia.
Non avremmo mai pensato che questa potesse essere l'Europa.


Pubblicato da Keep Talking Greece - 07 Aprile 2014

Più di 1,3 milioni di persone che vivono in Grecia non hanno un lavoro. Questo numero si riferisce solo ai lavoratori dipendenti. Gli autonomi non sono registrati nel numero ufficiale dei disoccupati. Le persone senza un lavoro non hanno assicurazione sanitaria. Ma possono avere malattie e condizioni che richiedono un trattamento. "Tre milioni di persone che vivono in Grecia non hanno accesso al sistema sanitario", dice il dipartimento greco dell'organizzazione umanitaria Medecins du Monde (MdM).

Qui sotto trovate un elenco di comunicati stampa pubblicati da MdM in occasione della Giornata Internazionale della Salute.

10/04/14

Krugman: Oligarchia e Politica Monetaria

Perché l’inflazione - e gli anni settanta -  vengono sempre dipinti così negativamente? Il premio Nobel Krugman suggerisce una risposta: nei periodi di maggiore inflazione, a soffrire sono gli oligarchi, lo 0,1% della popolazione che detiene gran parte della ricchezza. Invece, per le nazioni molto indebitate (come l’Italia) la politica economica storicamente più efficace è lasciare che l’inflazione alleggerisca il peso del debito.
Ho avuto modo di pensare al modo in cui discutiamo – o NON discutiamo – sull’appetibilità dell'obiettivo di una bassa inflazione. Come ho fatto notare l’altro giorno, l’ultimo World Economic Outlook dell’FMI spiana la strada all’innalzamento dell’obiettivo al di sopra del 2% - ma evita di dirlo apertamente, utilizzando invece un eufemismo in codice. Intanto, la paranoia da inflazione è qualcosa molto di parte. Nei miei appunti per la lezione di domani ho elencato i firmatari della lettera degli economisti che metteva in guardia dal deprezzamento del dollaro conseguente al Quantitative Easing; ovviamente tutti i firmatari sono repubblicani convinti e alcuni tra loro hanno le giuste credenziali ideologiche, ma nessuna competenza a riguardo. (William Kristol e Dan Senor sarebbero esperti monetari?)


09/04/14

La Bilancia dei Pagamenti Britannica Affonda in un Fiume di Inchiostro Rosso

Un articolo su Economonitor, da leggere, rileggere e straleggere,  spiega con molta chiarezza la situazione della bilancia dei pagamenti britannica e il ruolo degli investimenti esteri, che se negli ultimi decenni di libera circolazione dei capitali vengono considerati una fonte importante di riequilibrio dei conti con l'estero, in realtà rappresentano una pericolosa arma a doppio taglio. 


di David Smith


I lettori continuano a pormi una domanda. Perché, benché nel passato rappresentasse un grosso problema, oggi la bilancia dei pagamenti sembra non avere più importanza?

E, correlata a quest
a: stiamo forse entrando ora in una fase in cui la bilancia dei pagamenti può effettivamente ricominciare a essere importante, e anche parecchio?

08/04/14

Per Saxo ringhia l’Orso: i tassi ai minimi mentre la crescita mondiale si sgonfia

Ambrose Evans-Pritchard presenta il pensiero di un’economista di Saxo bank: l’economia mondiale è estremamente fragile e arrivano segnali preoccupanti dall’economia americana in ripresa. L’economia europea vive una falsa ripresa e si muove in direzione opposta a quella americana. Il rischio di deflazione è sempre più concreto, e costringerà le banche centrali a infrangere parecchi tabù.


Se pensavate che io fossi pessimista sullo stato dell'economia globale, provate a sentire Steen Jakobsen di Saxo Bank. Non ci sarà nessun’altra ripresa. La fase buona di questo ciclo è già passata. D’ora in poi, o tra molto poco, sarà tutta una caduta.

L'aumento dei tassi medi a 1 anno da 1,5% a 1,95% verificatosi nelle economie del G10 nell'ultimo anno è già stato sufficiente a spingere di nuovo l'intero fragile edificio verso il limite – anche se con un certo ritardo. "Il mondo è in depressione. Non può sopravvivere in nessun modo a dei tassi più elevati" ha dichiarato.

I rendimenti dei buoni del  tesoro degli Stati Uniti a 10 anni presto inizieranno a scendere lentamente ai minimi di tutti i tempi, sotto 1,50%, verso la metà del 2015.

L’indice S&P 500 di Wall Street perderà tutto quanto guadagnato durante il QE3, crollando a 1,400 punti in un anno di mercato in ribasso.

Come si può vedere da questo grafico, il “margin debt” USA (l'ammontare di denaro che viene preso in prestito dai vari operatori di mercato per acquistare attività finanziarie, n.d.T) sta segnalando pericolosamente gli stessi picchi visti poco prima del crash “dotcom” e della crisi Lehman.


Il signor Jakobsen consiglia i propri clienti di rifugiarsi nel reddito fisso.  “Non ci sarà altro posto ove rivolgersi,” dice.

07/04/14

Spagna: la resistenza popolare produce risultati

Da Troika Watch: la vittoria contro la privatizzazione di sei ospedali pubblici  a Madrid – e altre lotte recenti in Spagna – dimostrano che la resistenza popolare produce risultati.


“Resistere è inutile”, sentiamo ripetere all’infinito. “Così tanti anni di proteste ma la crisi continua; perché affannarsi?” insistono altri, instillando in noi apatia e rassegnazione. “Le proteste potrebbero portare a qualcosa di addirittura peggiore”, sussurra la macchina della paura. Ci vogliono sottomessi, a testa china. I sogni di cambiamento sono proibiti. Tuttavia la storia si ribella, indomabile. E ci dimostra, nonostante i pessimisti, che la lotta merita di essere combattuta. La vittoria contro la privatizzazione del sistema di assistenza sanitaria pubblica di Madrid, del quartiere Gamonal che si è schierato contro gli speculatori e i corrotti, degli addetti alla pulizia nella loro battaglia per il lavoro nella capitale e la lotta contro gli sfratti e le banche sono buoni esempi.

06/04/14

Anche in Irlanda i Media Dissociati dalla Realtà

Come accade anche da noi, anche in Irlanda i media sembrano vivere in un universo parallelo: Counterpunch ci mostra lo stridente contrasto tra gli autorevoli studi e rapporti che rappresentano un quadro sociale devastato dall'austerità, e i giornali che continuano a trasmettere acriticamente le formule illusorie e perdenti dei politici.
Segnalato da @Blu_di_Russia


di Julien Mercille, Dublino - Dal 2008 ad oggi in Irlanda ci sono state nove manovre di bilancio di austerità. Secondo una serie di rapporti pubblicati di recente, le conseguenze sulla popolazione sono state devastanti. Tuttavia, in un universo parallelo, i media Irlandesi continuano a lodare il FMI e il primo ministro Enda Kenny, in articoli degni di concorrere al premio per il 'pezzo-propaganda dell'anno'.

05/04/14

Natixis: Se tutto va bene, i paesi periferici sono rovinati

Uno studio di Natixis, importante banca d’affari francese, conferma che per i paesi periferici non c’è nessuna luce in fondo al tunnel. Anche nell’ipotesi improbabile che i capitali internazionali continuino ad investire in Europa, un ritorno alla normalità per Italia, Spagna e Portogallo richiederebbe un tempo molto lungo di fragilità e sofferenza.



Natixis pubblica i risultati di una ricerca su tre paesi periferici dell’eurozona – Italia, Spagna e Portogallo – e sulle loro prospettive di ritorno alla normalità. Vengono sfatate parecchie illusioni su un rapido ritorno alla normalità e alla crescita:

04/04/14

I BRICS si Oppongono al Tentativo dei Paesi Occidentali di Isolare la Russia

Mentre media e politici occidentali condannano unanimemente la Russia e fanno ampio uso della reductio ad Hitlerum nei confronti di Putin, da Post-Western World emerge un'altra verità: la Russia non è affatto isolata nel contesto internazionale ed anzi ha il pieno sostegno dei BRICS, infastiditi dalle ingerenze e dalla falsa retorica democratica occidentale.

(da sinistra a destra) Ministro degli esteri Russo Sergei Lavrov, Ministro degli esteri Indiano Salman Khurshid, Ministro degli esteri Cinese  Wang Yi, Ministro delle Relazioni Internazionali del South Africa Maite Nkoana-Mashabane e Sottosegretario generale per gli Affari Politici, Ambasciatore Carlos Antonio Paranhos del Brasile, al meeting dei BRICS a L'Aia, 24 Marzo, 2014. (Xinhua/Gong Bing)
Traduzione di Simon Carthwright

Oliver Stuenkel - Ieri durante un meeting a latere del Summit sulla Sicurezza Nucleare all’Aia, i ministri degli esteri dei BRICS si sono opposti alle restrizioni sulla partecipazione del Presidente Russo Vladimir Putin al G20 che si terrà in Australia nel Novembre 2014.

03/04/14

La BCE, Paralizzata nella Deflazione, Spinge Italia, Francia e Spagna nella Trappola del Debito

Dal Telegraph Ambrose Evans Pritchard commenta la prossima mossa della BCE: se non si faranno scelte di politica monetaria adatte alla situazione, una parte dell'Eurozona sarà spinta nella trappola della deflazione da debito, e in Italia questo fallimento è più evidente che altrove.



Francoforte potrebbe lasciar deprezzare l'euro in qualsiasi momento, semplicemente segnalando la sua determinazione a far qualcosa di adeguato alla situazione. Ha scelto di non farlo.

La Banca
Centrale Europea ha lasciato che accadesse.
Negli ultimi cinque mesi, dopo l'aggiustamento fiscale dell'austerità, la deflazione in eurozona sta andando ad un tasso annuale del -1.5%.

02/04/14

FALSO al Corriere della Sera: Tecnica Orwelliana per Riscrivere la Storia e Cambiare il Futuro dei Giovani

In prima pagina il Corriere della Sera del 2 Aprile ripropone la stessa bufala di 6 mesi fa, dando ad intendere che nel '77 la disoccupazione in Italia fosse alta come oggi!


Il prof. Bagnai in una intervista a TGCom24, in questo caso dal tempismo provvidenziale, ha potuto sbugiardare in tempo reale a suon di dati (questi sconosciuti) la ennesima "lieve imprecisione" del Corsera! 


INDEPENDENT: Il Piano B - Uscire dall’euro può salvare l’Irlanda?

Come dice bene Quarantotto, anche l'Irlanda comincia a dare segni tangibili di non poterne più! Quando anche su La Repubblica o sul Corriere leggeremo un articolo come questo dell'Independent.ie, sarà l'ora di stappare lo spumante...  Non aggiunge niente di nuovo a quanto già sappiamo, ma dice la semplice e pura, cristallina verità.



I nostri attuali problemi economici non sono iniziati con la crisi del debito ma affondano le radici nella decisione di aderire all’Eurozona – dice Cormac Lucey*

Con la Troika che ha lasciato l’Irlanda nel Dicembre 2013, può sembrare strano chiedere il default sul nostro debito e l’uscita dall’Eurozona.

01/04/14

Grecia: saldi di fine stagione

Come conferma un articolo di Kerin Hope sul Financial Times, per ottenere un nuovo aiuto finanziario, la Grecia è costretta a nuove misure di austerità, e ad accettare nuove svendite di patrimonio pubblico. Il calvario greco sembra non avere mai fine.
L’articolo del Times riporta l’approvazione di nuove “riforme strutturali” da parte del parlamento greco, una condizione imposta dall’Unione Europea e dal Fondo Monetario Internazionale per ottenere una nuova tranche di aiuti di 8,3 miliardi di euro, parte del pacchetto di 172 miliardi che costituisce il secondo “salvataggio”.
L’approvazione è arrivata a maggioranza piuttosto ristretta, in mezzo alle consuete dichiarazioni di (immotivato) ottimismo da parte del primo ministro Samaras.

Espulsione di immigrati senza lavoro anche se cittadini UE: d'accordo Germania e Gran Bretagna

In un'Europa sempre più simile a un lager i capitali sono liberi di spostarsi come preferiscono, ma le persone no. Sul Daily Mail un articolo che commenta le recenti inquietanti dichiarazioni del governo tedesco, prontamente accolte dal Primo Ministro inglese Cameron: gli immigrati potrebbero essere espulsi se non trovano lavoro entro un certo periodo, anche se sono cittadini dell'area UE.



di Matt Chorley - 28 Marzo 2014
La Germania ha garantito che la Gran Bretagna sarà protetta da un'eurozona più forte, mentre i due paesi stanno studiando piani per l'espulsione in tre mesi degli immigrati senza lavoro.

Ieri David Cameron ha manifestato il suo sostegno all'idea di rispedire gli immigrati a casa se non riescono a trovare un lavoro.