28/02/14

In Francia Crolla La Fiducia dei Lavoratori nell'Euro

Kevin O'Rourke su Irish Economy commenta le notizie che arrivano dai sondaggi e dai giornali sul clima anti-euro che si respira in Francia: non sono le minuscole variazione dello zero virgola a indicare la direzione, ma è il movimento lento delle grandi variabili quello che fa la storia (e il fallimento arriva graduale, ma poi precipita)





La rassegna stampa di questa mattina mi ha portato a questo articolo di Les Echos, secondo il quale E' tempo di prepararsi al dopo-euro:



"L'area dell'euro sembra attraversare acque più tranquille. Ma nessuno dei suoi problemi è risolto: l'euro ha meno del 50% di possibilità di sopravvivere. E' tempo di considerare il dopo-euro. Il messaggio può sembrare paradossale. La moneta unica sembrava salva. Dopo la peggiore crisi della sua giovane storia, gli indicatori ritornano positivi. Alla fine del 2013 l'attività è ripartita, più forte di quanto si pensasse. Il governo prende in prestito al 3,5 % in Spagna e in Italia, a un tasso quasi due volte più conveniente di due anni fa. L'euro si avvicina a 1,40 dollari, ai massimi dal 2011. Ma, in fondo, non si è risolto niente. L'area dell'euro rimane bloccata in un circolo vizioso. Il debito delle famiglie, delle imprese, degli Stati membri rimarrà troppo elevato nei prossimi anni, data la crescita che rimane troppo lenta perché possa essere facilmente ripagato, e l'inflazione troppo bassa perché possa erodere la montagna.


27/02/14

Munchau sul FT: L’Europa non Può Permettersi di Ignorare il Suo Problema di Deflazione

Sul Financial Times Wolfgang Münchau denuncia la passività degli eurocrati nell’affrontare la deflazione incombente sull’eurozona. Tanti indicatori segnalano che la situazione è critica, ma interventi fiscali nell’austera eurozona sono da escludere, e la BCE sembra avere le mani legate, tecnicamente e politicamente. La situazione è peggio del Giappone anni ’90.



Secondo Münchau, gli eurocrati sembrano non capire quanto sia concreto il rischio di deflazione, ma il problema è che potremmo già esserci dentro:
Per mesi abbiamo trattato la deflazione come se stessimo osservando su una cartina meteorologica una tempesta diretta verso di noi.  Ma questa potrebbe essere una rappresentazione sbagliata.  La deflazione potrebbe essere già arrivata.

26/02/14

Guardian: Lo Scandalo degli 11milioni di Case Sfitte in Europa

Il Guardian denuncia il dramma che sta dietro il crollo del mercato immobiliare: secondo i dati raccolti nell'inchiesta, in tutta l'UE ci sono più di 11 milioni di case sfitte - il doppio di quante ne occorrerebbero per ospitare tutti i senzatetto del continente.


di Rupert Neate
The Guardian

Secondo i dati raccolti dal Guardian in tutta l'UE ci sono più di 11milioni di case sfitte - il doppio di quante ne occorrerebbero per ospitare tutti i senzatetto del continente.


In Spagna più di 3,4 milioni di abitazioni
sono attualmente non occupate, oltre ai 2 milioni di case sfitte in Francia e in Italia, 1,8 milioni in Germania e oltre 700.000 nel Regno Unito.


25/02/14

Per Sahra Wagenknecht, Vicepresidente della Sinistra Tedesca (Die Linke), "l'euro divide l'Europa e non porta nessun beneficio all'UE"

Mike Shedlock sul blog GlobalEconomicAnalysis riporta e commenta l'intervista fatta da Ziet Online a Sahra Wagenknecht, la vicepresidente di Die Linke. Apprezziamo il fatto che la sinistra tedesca, dopo il "coming out" di Oskar Lafontaine, stia maturando su euro ed UE, seppure con estrema lentezza e in maniera ancora poco chiara, posizioni ancora impensate per la sinistra italiana (o greca). 


In un'intervista a Ziet Online, Sahra Wagenknecht, vicepresidente e portavoce economico di Die Linke ha detto che "L'euro divide l'Europa" e non porta nessun beneficio all'UE.

ZEIT ONLINE: Signora Wagenknecht, qual'è il maggiore vantaggio dell'Unione Europea, secondo lei?

23/02/14

Alberto Montero Soler: Perché è necessaria una rottura per superare la crisi

Pubblichiamo l'articolo di Alberto Montero Soler su Asimmetrie.org, che spiega con grande chiarezza di argomenti il bivio davanti al quale ci troviamo: o si intraprende un percorso di rottura e di uscita dall'incubo dell'euro, o l’Eurozona si consoliderà come uno spazio asimmetrico di accumulazione di capitali, con la colonizzazione delle economie periferiche che entreranno nell'abisso del sottosviluppo, e il rischio di una situazione potenzialmente esplosiva

Uscire dall'incubo dell'euro: le asimmetrie dell'Eurozona

I

Passano i mesi, diventano anni, e la possibilità che i paesi periferici dell’Eurozona superino questa crisi attraverso un percorso diverso da una soluzione di rottura si allontana sempre di più all’orizzonte.

Contro quanti insistono nel sostenere che esistano soluzioni riformiste capaci di affrontare l’attuale situazione di deterioramento economico e sociale, la realtà si sforza di dimostrare che la fattibilità di queste proposte richiede una condizione previa ineludibile: la modificazione radicale della struttura istituzionale, delle regole di funzionamento e della linea ideologica che guida il funzionamento dell’Eurozona.

22/02/14

La Francia con le spalle al muro davanti a uno shock deflazionistico

Come riporta Bagnai su Goofynomics, la Francia sta entrando nella fase più critica. Ne parla anche Ambrose Evans-Pritchard nel suo blog sul Telegraph: gli effetti della virata di Hollande verso le politiche di austerità supply-side si stanno verificando come previsto. Manca solo uno shock esterno (in arrivo dai mercati emergenti)  per entrare decisamente in deflazione...


Il presidente francese François Hollande deve ora pagare il prezzo per essersi piegato alle politiche recessive dell'eurozona. Il suo paese sta entrando in deflazione.

In gennaio i prezzi in Francia sono scesi dello 0,6% rispetto al mese precedente e sarebbero scesi anche di più se non ci fosse stato un aumento della tassazione una tantum.

I prezzi dei prodotti manifatturieri sono scesi del 3% e il vestiario è sceso del 15,4%, visto che i rivenditori hanno abbassato i prezzi per svuotare i magazzini.

21/02/14

Telegraph: L'Ucraina Va Fuori Controllo e la Russia è Sotto Minaccia di una Crisi Finanziaria

Ambrose Evans Pritchard sul Telegraph analizza la drammatica escalation della crisi in Ucraina: l'Europa orientale e la stessa Russia rischiano di diventare l'epicentro di una nuova crisi finanziaria. 



La Russia si trova di fronte alla scelta tra subire grandi perdite da un default o affrontare spese sempre maggiori per sostenere l'economia dell'Ucraina
La drammatica escalation della guerra civile in Ucraina e i timori di un intervento militare russo hanno suscitato timori sulla situazione finanziaria di tutta l'Europa orientale, trasformando la regione nel nuovo punto nevralgico della crisi dei mercati emergenti.

20/02/14

Lettera al Financial Times di Esperti Ue sull'Accordo Transatlantico: è un Pericolo per la Democrazia

In una lettera al Financial Times, due membri del gruppo di esperti della UE sull'Accordo Commerciale Transatlantico (di cui abbiamo già parlato qui e qui)  respingono le accuse di "antitrade" rivolte a coloro che si oppongono ai negoziati: il TTIP non riguarda solo il commercio, è un attacco alla democrazia (grazie della segnalazione a Domenico Idone)
 




di Jos Dings e Pieter de Pous

Signori, è un approccio piuttosto superficiale da parte del Financial Times quello di etichettare i critici del Transatlantic Trade and Investment Partnership come degli "attivisti contrari al libero commercio" (“No time to waste on transatlantic trade”, editoriale del 17 febbraio). Due esempi dovrebbero bastare a dimostrare che la controversia sul TTIP non riguarda tanto il commercio, quanto la legalità e la democrazia.


19/02/14

Spagna, Italia e Francia: i fallimenti economici che presto diventeranno fallimenti politici

William Black su New Economic Perspectives analizza la situazione economica di 3 dei maggiori paesi dell'eurozona, tra cui l'Italia: le politiche economiche fallimentari imposte dalla troika stanno causando anche delle crisi politiche e sociali, con i partiti una volta progressisti e oggi "socialdemocratici moderni" che finiscono col fare il lavoro sporco per conto dei conservatori.

La troika ha gratuitamente sprofondato un terzo dell’eurozona in una Grande Depressione

Recentemente ho scritto diversi articoli che descrivono la disoccupazione in Spagna a livelli da Grande Depressione e l'assurdità delle politiche della troika per quanto riguarda la "minaccia" rappresentata dalla "deflazione".  La troika è costituita dalla Commissione Europea, la Banca Centrale Europea (BCE) e il Fondo Monetario Internazionale (FMI).

18/02/14

Financial Times: A Renzi non basteranno le riforme per resuscitare l’Italia

Anche il Financial Times, con W. Münchau, dice in chiaro che il problema principale dell’Italia è proprio l’euro. Le tanto invocate riforme strutturali potranno ben poco senza i necessari cambiamenti nella governance della moneta unica – cambiamenti che Renzi non può controllare e che appaiono politicamente improponibili.




Come riporta il FT, Matteo Renzi sta per realizzare la sua grande ambizione. Ma il difficile viene proprio ora. Ecco come viene descritta la situazione che troverà:

"Il nuovo Primo Ministro Italiano avrà il compito più difficile di tutta l’Europa. Una volta confermato, governerà un paese con tre fondamentali problemi economici: un debito molto grande; nessuna crescita; e l’appartenenza a un'unione monetaria disfunzionale.

La situazione è economicamente insostenibile. A meno che l'Italia non ritorni a crescere, il suo debito diventerà sempre più paralizzante, rendendo in definitiva impossibile la sua posizione nell'eurozona. Il lavoro del premier è difficile, ma può essere descritto semplicemente: cambiare una o più di quelle tre variabili – senza lasciarsi alle spalle un disastro."

16/02/14

Pensate a salvare l'Europa, più che l'euro!

Sull'importante giornale francese La Tribune, un gruppo di economisti di diversi paesi europei, tutti firmatari del Manifesto Europeo di Solidarietà, lanciano un appello ai politici francesi e tedeschi perché mettano fine alla crisi dell'eurozona nel migliore dei modi.
Sono tutte cose che sappiamo, ma possono essere una buona sintesi per i nuovi arrivati, e poi un punto fondamentale viene messo bene in chiaro: l'euro non è in crisi, ma è la crisi stessa, e in questo momento rappresenta il peggiore nemico della coesione e della pace in Europa.


La permanenza dentro l'euro di Francia e Germania è insostenibile e potrà solo essere la fonte di nuove crisi. La soluzione è un'uscita, che è fonte di incertezze, ma gestibile. Appello ai leader francesi e tedeschi di Jean-Jacques Rosa,  Jean-Pierre Vespérini, e un gruppo di economisti europei*

L'economia francese sta soffrendo gli stessi problemi dei paesi del sud d'Europa (Italia, Spagna, Portogallo e Grecia): crescita debole o nulla, aumento della disoccupazione, debito pubblico in continuo aumento. L'esperienza dei paesi del sud d'Europa dimostra che la politica di austerità in cui la Francia si è impegnata, lungi dall'essere la soluzione di questi problemi, li aggrava.

15/02/14

Cittadinanza Europea? Avevamo Scherzato.

Mentre gli Eurocrati continuamente ci ricordano che dall'Unione Monetaria e dal Libero Mercato über alles non si torna indietro, sulla “cittadinanza europea” qualche dubbio è lecito: va bene importare lavoratori a basso costo dai paesi periferici, ma che non pesino sul welfare interno se poi rimangono disoccupati... Piccola rassegna stampa da Eurointelligence sul riemergere dei confini nazionali, Just Like Switzerland...anche sulla moneta, però!



Gli europei stanno scoprendo con un certo sconcerto che la libera circolazione dei cittadini della UE in realtà riguarda solo i lavoratori, e che i cittadini comunitari che non possono mantenersi, possono essere espulsi dagli altri paesi dell'UE. Lo scorso anno il Belgio ha inviato 2.700 lettere di espulsione ad altrettanti cittadini dell'Unione europea, tre volte di più rispetto ai tre anni precedenti. Questa storia, abbastanza controversa, è così riportata da Euronews:

Telegraph: La crisi dell’Eurozona è Appena all’Inizio

Mentre ci vengono a dire che la crisi dell'Eurozona volge al termine, Jeremy Warner sul Telegraph analizza i numerosi segnali dello scontro titanico che si profila all'orizzonte tra le forze della sovranità nazionale e le élite del progetto UE, sempre più delegittimato e rovinoso.
 

A prima vista, sembrano mondi differenti. Il referendum svizzero contro la libera circolazione dei lavoratori, la sentenza della Corte costituzionale tedesca sui tentativi della BCE di salvare l'euro, e l'avvertimento alla Scozia che essa non potrà mantenere la sterlina se voterà per l'indipendenza - queste cose potrebbero sembrare scollegate, ma in verità sono tutte parte di uno stallo sempre più esplosivo tra le forze della sovranità nazionale da un lato e dell'integrazione politica ed economica dall’altro.

14/02/14

La Grecia deve affrontare un nuovo buco nelle finanze mentre crescono le tensioni con i creditori

Come riportato dal Guardian, ancora una volta le Corti supreme dei paesi dell'eurozona rigettano le misure di austerità imposte da Bruxelles perché incostituzionali. Ciò evidenzia ancora l'incompatibilità tra l'euro e le democrazie costituzionali e spinge le finanze greche di nuovo sull'orlo del baratro.



I ministri delle finanze europei nel meeting di lunedì a Bruxelles esprimeranno inquietudine sulla resistenza di Atene ad adottare le riforme, mentre il governo greco valuta gli effetti di una sentenza dell'alta corte che annulla i tagli salariali alle forze di pubblica sicurezza concordati nell'ambito del piano di salvataggio del paese.

13/02/14

Le Banche dell’Eurozona Devono Fronteggiare un Buco Nero da 50 Miliardi di Euro

Come riporta The Telegraph nell'articolo di Kamal Ahmed, le banche dell'eurozona, e in particolare molte banche locali tedesche, si trovano in cattivissime acque e molte saranno presto costrette a ricapitalizzare o finire in liquidazione.
Grazie a Cristina Capra per la segnalazione
 

Secondo uno dei più rispettati analisti finanziari del Regno Unito, le banche dell'Eurozona si trovano ad affrontare un nuovo buco nero di capitale stimato in 50 miliardi di euro.


Davide Serra, il chief executive di Algebris, consulente del governo sulle banche, ha detto che gli stress test di quest'anno dell'Autorità Bancaria Europea e della Banca Centrale Europea probabilmente rileveranno nuovi problemi nelle banche dell'eurozona.

12/02/14

Storie di Corrotti (Greci) e Corruttori (Tedeschi)

L'abbondanza di capitali esteri che ha invaso la Grecia fin dall'introduzione dell'euro (si rimanda a Goofynomics per capirne la logica) ha coinciso con un  flusso di corruzione altrettanto cospicuo. Il New York Times parla dei giri di tangenti per gli acquisti folli di armamenti prodotti all'estero, ed ha un pregio: ricordare che per tanti corrotti c'erano altrettanti corruttori, e che questi erano grandi imprese di altri paesi europei, in larga parte tedesche. Chiaro che poi, quando le cose volgono al peggio, la colpa si scarica tutta su chi è finito sotto la ruota.


Così tante mazzette che un funzionario greco non riesce nemmeno a ricordarle tutte

di Suzanne Daley – 7 febbraio 2014

Atene — Quando Antonis Kantas, un deputato del Ministero della Difesa greco, nel 2001 si espresse contro l'acquisto di costosi carri armati prodotti in Germania, un rappresentante dell'impresa che produceva quei carri si fermò nel suo ufficio per lasciare un borsello sul divano. Conteneva 600mila euro, circa 814mila dollari. Anche altri produttori di armi desiderosi di concludere affari passarono di là, alcuni di essi gli esposero i dettagli del sistema bancario internazionale per poi pagarlo su dei conti all'estero.

11/02/14

Capital Economics: gli Olandesi Starebbero Meglio se Uscissero dall'Euro

Bruno Waterfield commenta sul Telegraph un recente studio pubblicato dall'istituto internazionale di ricerca macroeconomica Capital Economics (già vincitore del Premio Wolfson per l'Economia nel 2012 con uno studio sul miglior modo per smantellare la moneta unica). Secondo Capital Economics gli Olandesi avrebbero grandi vantaggi economici ad abbandonare sia l'euro che l'Unione Europea. Lo studio è stato commissionato dal politico "euroscettico" Geert Wilders, tuttora in testa ai sondaggi in Olanda.


di Bruno Waterfield - 6 febbraio 2014, Bruxelles

Secondo un importante studio, ci sarebbero grandi benefici economici per gli olandesi se lasciassero l'UE.

Secondo un recente studio, se l'Olanda abbandonasse euro e Unione Europea la famiglia media olandese starebbe meglio per l'equivalente di oltre 8000 sterline l'anno e il reddito nazionale olandese crescerebbe di oltre mille miliardi.

10/02/14

Munchau sul Financial Times: La Corte Costituzionale Tedesca ha Rafforzato gli Euroscettici

Il Commento di Wolfgang Munchau sul Financial Times dà una lettura attenta della sentenza della Corte Costituzionale tedesca, secondo cui la Corte non ha affatto chinato il capo della sovranità nazionale davanti alle istituzioni UE, ma anzi l'ha rafforzata e minaccia il bluff del "what ever it takes"... Ma a parte la carta straccia inglese, nella stessa direzione controcorrente va la lettura di Orizzonte 48, ma ancor più dettagliata e precisa, in un grande post che raccomandiamo di non perdere



di Wolfgang Münchau

A leggere la sentenza, l'OMT violerebbe molti principi costituzionali,  quasi alla stregua di un colpo di stato

Quando venerdì mattina sono usciti i primi titoli sui giornali, sembrava che la Corte Costituzionale tedesca avesse ceduto. Aveva deciso di passare il caso sul programma di acquisto titoli “whatever-it-takes” di Mario Draghi alla Corte di Giustizia Europea. In tal modo sembrava essersi lavata le mani da un caso diabolicamente difficile. Sembrava che il presidente della Banca Centrale Europea fosse stato pienamente scagionato per le sue outright monetary transactions, il nome ufficiale del suo programma per salvare l'euro.

09/02/14

Bagnai: Perché Combattere l'Austerità Mantenendo l'Euro non E' una Strategia Percorribile

Rilanciamo un brano dell'intervista al prof. Bagnai di Alessandro Bianchi dell'AntiDiplomatico, concentrando l'attenzione su un punto la cui comprensione risulta fondamentale, ora che i vari partiti presentano i loro programmi per le elezioni europee: è possibile fare politiche di opposizione all'austerità restando nell'euro? La spiegazione di Bagnai del perché questo sia solo una pericolosa illusione è precisa e chiara. Raccomandiamo la lettura di tutta la lunga e interessante intervista dal sito de L'AntiDiplomatico



- Professore veniamo al dibattito sull'euro. Le tralascio di ripetere tutte le ragioni per cui la moneta unica sia economicamente insostenibile, che illustra ampiamente con la sua opera di divulgazione giornaliera. Mi soffermerei sul fatto che un numero crescente di commentatori, critici dell'attuale architettura istituzionale europea, ha iniziato a chiedere con sempre più insistenza che i paesi dell'Europa meridionale, prima di forzare una dissoluzione della zona euro, formino un cartello e costringano i paesi del Nord ad i cambiamenti necessari. Cosa risponde loro ed è una strategia davvero percorribile oggi?
 

D. Hannan: Il nazionalismo non minaccia la pace, né la UE la preserva

Sul Telegraph un interessante contributo di Daniel Hannan, autore di "How we invented Freedom", al dibattito sul rapporto tra nazionalismo e minacce alla pace. Per Hannan la UE è una conseguenza della pace, non la sua causa, ma ora allontanandosi dalla democrazia dello stato-nazione la sta mettendo a repentaglio. 


di Daniel Hannan, Telegraph - Gli euroscettici, afferma il ministro degli Esteri tedesco, sarebbero una minaccia per la pace in Europa. Frank-Walter Steinmeier continua a dire a chiunque lo ascolta che, senza integrazione politica, l'Europa tornerà all'epoca pre-1914.

Non voglio stare a contestare il vecchio socialista. Egli sta semplicemente recitando la filastrocca ortodossa di Bruxelles. Angela Merkel ha più volte affermato che un break-up dell'euro significherebbe la fine di mezzo secolo di pace. Herman Van Rompuy ci assicura che "il nazionalismo porta alla guerra". José Manuel Barroso afferma che coloro che si oppongono ad una più stretta integrazione europea, vogliono guerra e trincee.

08/02/14

Pubblicati i Verbali del primo sciagurato "salvataggio" greco: a nudo il vero obiettivo, "salvare le banche".

Dal Blog del WSJ "Real Time Brussels" la Storia del "Salvataggio" Greco, con il link ai Verbali (strettamente confidenziali) della riunione del 9 maggio 2010 in cui si decise, a ragion veduta,  di salvare le banche tedesche e francesi e buttare a mare il popolo greco.  Grazie a Sergio Cesaratto che nel suo blog ne ha dato la segnalazione.
Certo, lo sapevamo già, ma vedere i verbali che dimostrano nero su bianco lo stato effettivo della collaborazione e del coordinamento  all'interno dell'"unione", forse seminerà il dubbio in chi non ha bisogno di  credere al "più Europa" a tutti i costi... 


WSJ Blogs, Real Time Brussels, di Ian Talley - Mentre i funzionari della zona euro e del Fondo Monetario Internazionale discutono segretamente (qui in italiano) su come affrontare il sempre controverso piano di salvataggio della Grecia, potrebbe rivelarsi istruttivo tornare alle origini del programma.

07/02/14

L’Argentina sta attraversando una crisi di bilancia dei pagamenti? Era inevitabile?

Riportiamo qui un articolo di Martin Rapetti sull’Argentina, ricordando che si sta svolgendo un dibattito in proposito.
Se ne è parlato  qui su Goofynomics, e sempre qui la risposta di Roberto Lampa.
A seguire la segnalazione del prof. Bagnai su Twitter dell'articolo qui tradotto, e la risposta di Matìas Vernengo su Naked Keynesianism.





La scorsa settimana la Banca centrale Argentina ha lasciato che il tasso di cambio nominale salisse da 6,7 pesos per dollaro a 8. Questa svalutazione si aggiunge a un'altra svalutazione del 10% che si era verificata più lentamente dal primo dicembre 2013. Possiamo considerarla come una crisi valutaria o una crisi di bilancia dei pagamenti? Poiché il concetto stesso di una crisi economica — sia essa fiscale, finanziaria o di bilancia dei pagamenti — è sempre incerto, iniziamo fornendo quella che credo sia una definizione condivisa di una crisi di bilancia dei pagamenti. Essa accade quando la Banca centrale cerca senza successo di mantenere il tasso di cambio nominale intorno a un certo valore ed è costretta — dopo aver perso una notevole quantità di valuta estera (FX) di riserva — a svalutare tutto in una volta o a lasciare che la valuta si deprezzi liberamente.

I salvataggi della Troika “in violazione” delle leggi sui diritti umani dell’UE.

Arriva da un legale tedesco un’ovvia quanto scomoda constatazione: i memorandum imposti dalla troika ai paesi “salvati” impongono ai “beneficiari” del salvataggio misure in violazione dei diritti umani fondamentali. Lo riporta il giornale online, con sede a Bruxelles, euobserver.

o

Berlino – I programmi di austerità concordati con la Troika dei prestatori internazionali (la Commissione Europea, la Banca Centrale Europea e il Fondo Monetario Internazionale) sono in violazione della Carta EU dei Diritti Fondamentali, secondo un esperto legale tedesco.

06/02/14

Intervista all'economista greco Costas Lapavitsas: i governi che vogliono fare politiche progressiste non possono rimanere nell'euro

Pubblichiamo un'attualissima intervista a Costas Lapavitsas, economista greco che insegna all'Università di Londra e scrive sul Guardian.  Oltre ad affrontare in profondità il tema economico, Lapavitsas discute anche delle grandi speranze suscitate dalla lista Tsipras e dal partito Syriza, sia in Grecia che nel resto dell'Europa e nel nostro paese: se non si affrontano i temi con chiarezza, si rischia di affossarle definitivamente.
Grazie della segnalazione a Orizzonte 48 



Da eldiario.es -  di Nuria Alabao
Traduzione di Davide Neglia

Come sará il voto greco per le europee? 

In questo momento c’é tanta rabbia, disperazione e mancanza di capacitá organizzativa. Non so se la gente in Europa lo capisce, peró i greci si sentono molto frustrati, disillusi e soprattutto deboli. É probabile che il Pasok, il vecchio partito di governo socialdemocratico, sparisca completamente e Nuova Democrazia, il partito di destra che è al potere, subisca importanti perdite. É anche probabile che Syriza cresca tanto da diventare il partito di maggioranza relativa, anche se non so se potrá governare da solo. É da prevedere una crescita del partito fascista fino a diventare il secondo o terzo partito per importanza.

Economonitor: La ripresa europea “in arrivo”...

Dalla piattaforma Economonitor di Roubini, William Black sfata i trionfalismi della Troika che rimbalzano sui giornali americani: non c'è alcuna ripresa europea in arrivo, e tutte quelle che sono decantate come ottime notizie si rivelano in realtà segnali molto negativi.

Il 19 gennaio ho pubblicato un commento intitolato “Deflazione: il Paradigma Macroeconomico fallimentare  scopre nuove livelli di involontaria comicità” riguardo la follia dell’approccio dell’Eurozona ai “rischi di deflazione”. La Troika europea non riesce a capire che la deflazione è causata da una insufficiente domanda e che la maniera per prevenirla è l’utilizzo di una politica fiscale che colmi il vuoto di domanda, anziché aspettare che la deflazione colpisca per poi provare a tamponarla con il “Quantitative Easing (QE)”.

05/02/14

La minaccia alla pace in Europa? È la democrazia!

Non solo in Italia, ma ovunque nell'Eurozona,  gli Eurocrati serrano le fila intorno al "Consensus Europeo" e tentano di demonizzare le voci dissonanti (e crescenti) degli Euroscettici, calpestando vergognosamente il principio democratico: dal Blog del Telegraph il commento di Janet Daley alla dichiarazione del Ministro degli esteri tedesco sull'euroscetticismo e le minacce alla pace.



di Janet Daley
Il ministro degli Esteri tedesco ha dichiarato che i partiti politici all'interno dei paesi europei che ostacolano la cooperazione tra gli Stati membri dell'Unione europea sono una minaccia alla pace.


Si riferisce a voi, all'Ukip. Non importa che siate un partito perfettamente legale, che abbiate tutto il diritto di competere alle elezioni politiche nazionali, comunali ed europee. Si ignori il fatto che disponete di un maggior consenso popolare dei LibDems, che sono attualmente al governo, e che nella vostra azione pubblica non state violando nessuna norma attualmente in vigore.

04/02/14

F.A.Q. sull'Euroexit, di Jacques Sapir, parte 2

Seconda parte del riepilogo di Sapir sulle domande più frequenti  riguardo all’uscita dall’eurozona. Dalle condizioni impossibili per salvare l'euro, alle questioni che toccano la democrazia e l'Unione Europea, sino alla reductio ad Hitlerum di Marine Le Pen,  Sapir risponde con chiarezza e lucidità, e conclude evocando Churchill.  Oggi, l'euro è la principale causa di miseria e di morte in Europa. Davanti a questo, qualsiasi obiezione diventa futile.
(Qui la parte prima)


10 - Si potrebbe salvare l’eurozona?

Questa è una domanda posta frequentemente, generalmente da interlocutori di centro-sinistra o di sinistra. Possiamo dare le seguenti risposte:
  1. In teoria, lo spostamento verso un'Europa federale, con un bilancio commisurato alle sue ambizioni, potrebbe risolvere i problemi posti dall'Euro. Una moneta unica governa bene l'economia di grandi paesi con diversità regionali dello stesso ordine di grandezza delle differenze che esistono tra le economie dei paesi dell'eurozona. Ma ciò implicherebbe: 

03/02/14

FT: Le Piccole e Medie Imprese Tedesche Fanno Man Bassa delle Concorrenti Italiane in Crisi

Dal Financial Times un'indagine sulla grande svendita in atto, a prezzi di saldo, delle piccole e medie imprese italiane ad alto valore aggiunto: gli acquirenti principali sono le dirette concorrenti tedesche, che comprano e trasferiscono le attività in Germania... erano questi gli Investimenti Esteri che dovevano risollevare le sorti del paese? (grazie a R°# per la segnalazione!)




di Jeevan Vasagar

Le piccole e medie imprese tedesche hanno fatto un'abbuffata di acquisizioni oltralpe, diventando le acquirenti straniere di imprese italiane più attive in Europa.

Una serie di accordi in cui le piccole e medie imprese del settore industriale tedesco si conquistano l'accesso alle conoscenze tecniche delle imprese italiane sono in fase di negoziazione, e in alcuni casi le sedi sono trasferite a Nord delle Alpi.

02/02/14

Non è l'Argentina un pericolo per il mondo, ma l'Eurozona!

Jeremy Warner sul Telegraph cerca di rimettere le cose nella giusta prospettiva: mentre si fa un gran rumore per le difficoltà dei paesi emergenti (e specialmente, negli ultimi tempi, dell'Argentina) ora che gli USA cominciano a "normalizzare" la loro politica monetaria, la vera colossale minaccia per l'economia globale continua ad essere l'Eurozona, con il suo irrazionale sistema di cambi fissi e il conseguente austero autolesionismo.


di Jeremy Warner, 31 gennaio 2014

I paesi emergenti fanno notizia perchè tirano su i tassi d'interesse cercando di difendere le loro valute, ma è ancora l'eurozona che se la passa decisamente  male.

Per l'economia globale c'è sempre qualche disgraziato guastafeste. Proprio quando i paesi sviluppati stavano iniziando a mettersi la crisi finanziaria dietro le spalle, ecco che spunta un'altra grana nei mercati emergenti, la cui causa immediata è, per ironia della sorte, il tentativo della Federal Reserve statunitense di ristabilire condizioni di politica monetaria più "normali". Il mondo non riesce a sbarazzarsi tanto facilmente della sua dipendenza dalla continua emissione di moneta.