15/10/13

Report della Croce Rossa: l'Austerità sta portando l'Europa al declino sociale ed economico

Il Guardian riporta uno studio della Croce Rossa che critica duramente le risposte date dalla politica alla crisi europea: stanno preparando un periodo duraturo di disoccupazione,  disuguaglianza crescente, disperazione e forte rischio di disordini sociali, e ancora il continente non ha capito la batosta che lo colpirà.

  Un mendicante senza tetto ad Atene. Fotografia: Milos Bicanski / Getty Images
Secondo un ampio studio di prossima pubblicazione (sarà pubblicato giovedì), le politiche di austerità adottate in risposta alla crisi del debito degli ultimi quattro anni stanno sprofondando l'Europa in un periodo duraturo di povertà crescente, di disoccupazione di massa, di esclusione sociale, di maggiore disuguaglianza e di disperazione collettiva.
"Mentre altri continenti riescono con successo a ridurre la povertà, l'Europa la aumenta", dice il rapporto di 68 pagine della Federazione Internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa . "Le conseguenze a lungo termine di questa crisi non si sono ancora manifestate. I problemi che sono stati creati si faranno sentire per decenni, anche se l'economia girasse per il meglio in un prossimo futuro ... Ci chiediamo se noi, come continente, veramente comprendiamo quello che ci è caduto addosso."

La critica radicale
alla risposta politica data alla crisi del debito che si è manifestata in Grecia alla fine del 2009 e ha sollevato questioni fondamentali circa la sostenibilità della moneta unica euro, pubblicata in esclusiva dal Guardian, prevede un futuro estremamente cupo per decine di milioni di europei.

Disoccupazione di massa soprattutto tra i giovani, 120 milioni di europei che si trovano in condizioni o sono a rischio di povertà, forti ondate di immigrazione clandestina che si scontrano con l'aumento della xenofobia nei paesi di accoglienza, crescenti rischi di disordini sociali e instabilità politica stimati essere 2-3 volte superiori rispetto alla maggior parte delle altre regioni del mondo, maggiori livelli di insicurezza per le classi medie tradizionali - tutti questi aspetti si combinano dandoci un quadro del futuro europeo più incerto che mai dal dopoguerra ad oggi.

"Da quando la crisi economica è cominciata, milioni di europei vivono nell'insicurezza, nell'incertezza di cosa riserva il futuro. Si tratta di uno dei peggiori stati psicologici della mente umana. Assistiamo ad una quieta disperazione che si diffonde tra gli europei, causando depressione, rassegnazione e perdita della speranza. Rispetto al 2009, nuovi milioni di persone fanno la fila per il cibo, non possono comprare le medicine né hanno accesso all'assistenza sanitaria. Milioni sono senza lavoro e molti di quelli che ancora sono occupati incontrano difficoltà a sostenere le loro famiglie a causa dei salari insufficienti e dei prezzi alle stelle."

"Molti della classe media
sono entrati nel circolo vizioso della povertà. La quantità di persone che dipende dalle distribuzioni alimentari della Croce Rossa in 22 dei paesi presi in esame, tra il 2009 e il 2012 è aumentato del 75%. Più persone si sono impoverite, e i poveri diventano sempre più poveri ."

L'indagine condotta nel primo semestre di quest'anno "
ha mappato" i 28 paesi membri dell'UE, più altri 14 paesi dei Balcani, dell'Europa orientale e dell'Asia centrale.

Nella UE,
lo studio ha rivelato che il severo impatto della crisi non si è limitato ai paesi in crisi che sono stati oggetto di “salvataggi” dell'Europa meridionale e all'Irlanda, ma si è esteso ai paesi europei di relativo successo come la Germania e parte della Scandinavia.

Lo scorso anno la Croce Rossa spagnola ha lanciato un appello in tutto il paese per aiutare le persone in stato di bisogno, il primo in assoluto di questo genere di appelli. I suicidi tra le donne in Grecia si sono almeno raddoppiati. Molti impiegati in Slovenia non vengono pagati da mesi. In Francia 350.000 persone sono cadute sotto la soglia della povertà nel periodo 2008-2011. Uno su cinque finlandesi nati nel 1987 sono stati curati per disturbi psichiatrici o mentali, legati alla crisi economica Finlandese degli anni '90.

Nonostante il successo vantato dalla Germania nell'evitare gli elevati livelli di disoccupazione diffusi in gran parte della UE, un quarto degli occupati del paese sono classificati come lavoratori a basso reddito, quasi la metà dei nuovi contratti di lavoro dal 2008 sono i cosiddetti mini-jobs a bassa retribuzione, flessibili, part- time, con un basso livello di tutele e di solito privi di prestazioni sociali. Nel luglio dello scorso anno 600.000 occupati in Germania con l'assicurazione sociale non hanno avuto abbastanza per vivere.

Secondo questo studio, anche le società più ricche d'Europa, come la Danimarca e il Lussemburgo, sono toccate da questi problemi.

Nei paesi baltici e in Ungheria in questi ultimi anni fino al 13% delle popolazioni hanno lasciato
il paese a causa di difficoltà economiche. Lo studio riporta un trend di aumento della migrazione intra-europea, soprattutto da est a ovest, fatta di persone in cerca di lavoro.

La crisi del lavoro è uno dei problemi più debilitanti che l'UE e la zona euro
si trovano davanti. Di oltre 26 milioni di disoccupati nell'Unione europea, quelli senza lavoro da più di un anno sono pari a 11 milioni, quasi il doppio del livello di cinque anni fa, quando negli Stati Uniti scoppiò la crisi finanziaria internazionale.

Secondo lo studio della Croce Rossa, l'impatto sociale di questa crisi è immenso. In Grecia e in Spagna molti adulti con le loro famiglie stanno tornando dai loro genitori, diverse generazioni vivono sotto uno stesso tetto con un solo capofamiglia che lavora. A Milano, la capitale finanziaria dell'Italia, è ormai un fatto comune vedere uomini e donne della classe media, un tempo prosperi, dormire all'addiaccio.

In un quarto dei paesi esaminati i dati sulla disoccupazione giovanile vanno dal 33% ad oltre il 60%. Ma l'aspetto forse più distruttivo per le famiglie, dice il rapporto, è dato dagli alti livelli di disoccupazione dei lavoratori tra i 50 e i 64 anni di età, che tra il 2008 e il 2012 sono passati in Europa dai 2.8 ai 4.6 milioni.

"La velocità con cui i dati sulla disoccupazione sono aumentati negli ultimi 24 mesi è essa stessa un indicatore dell'aggravarsi della crisi, con gravi conseguenze a livello personale, e rischi di possibili disordini ed estremismi. Insieme all'aumento del costo della vita, ne risulta una combinazione pericolosa ", dice lo studio.

Nonostante il successo
apparente della Germania, il motore economico europeo, lo studio prende ad esempio proprio il più grande paese dell'Unione europea per illustrare il crescente divario nella ricchezza, sollevando forti dubbi circa la persistenza del modello tradizionale della UE, l'economia sociale di mercato. Secondo la Fondazione Bertelsmann in Germania negli ultimi dieci anni circa 5,5 milioni di tedeschi hanno perso il loro status sociale di classe media e sono caduti nelle file della classe a basso reddito, mentre nello stesso periodo un mezzo milione di persone ce l'ha fatta a raggiungere un alto reddito.

5 commenti:

  1. "Rispetto al 2009, nuovi milioni di persone fanno la fila per il cibo, non possono comprare le medicine né hanno accesso all'assistenza sanitaria." E cosa fa il governo nazional€urista del bellodizzzio? Ancora tagli alla sanità. Eliminando assistenza sanitaria e spesa farmaceutica i seguaci della spesapubblicabrutta avranno così raggiunto una grande vittoria: lo stato stato non spenderà più per dare un servizio scadente... Geniale!
    E poi lo sanno tutti, la Croce Rossa Internazionale ha la sede a Ginevra, cosa volete che ci facciano con il loro francuccio, parlano così solo perché ci invidiano il nostro €urone che tanto bene sta facendo ai popoli europei.

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  2. .. e ancora il continente non ha capito la batosta che lo colpirà.

    Proprio così anche se ho notato negli ultimi tempi che qualcuno, nel mio entorage comincia a capire che qualcosa di brutto sta succedendo, anche erchè quale che sia la sua condizione sociale nota che le difficoltà del vivere sono in continua crescita.
    Non capisce ne vede non la batosta ma lo tsunami che sta per abbattersi su tutti noi.
    E non ci sarà scampo per nessuno.

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    1. si, io me ne sono reso conto. basta leggere i trattati di maastrcht non ci vuole un genio. io non me ne intendo di economia ma basta leggere qualche articolo o wikipedia su queste regole europee e si capisce benissimo!!!

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  3. Heinrich Brüning adotto la stessa politica, (1930-1933)
    NSDAP 1930, 5-7%
    NSDAP 1933, 37%

    grafico BIP Weimarer repubblik 1926-1939, subito saltano al occhio gl'anni di austerita feroce di Brüning (30-33) con un Crash del BIP tra il 5-10%.
    dopo 2-3 anni l'hanno mandato al Diavolo, per Fortuna ma passarono dalla padella alla brace. e incominciarono gli anni pui bui della Germania. 1933-1945)


    http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/c/c0/BSPDRWeltkrise.PNG

    paolo

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  4. Scusate ma proprio la Croce Rossa parla????? Che sta mandando a casa dipendenti che da 10/15 e anche più di 20 anni lavorano con Croce Rossa???? Io rimango esterrefatto da tali affermazioni, non lo sò se sapete che la Croce rossa ha chiesto la privatizzazione nella persona del presidente Rocca. E il decreto 178 sta mietendo disoccupati in tutti Italia, Perugia, Napoli, l'ultima il Cie di Milano, e il Cem di Roma.....basta cercare nel web...e io sono uno dei 17 di Perugia che ha mandato a casa. Ma di che parlano.....

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