29/09/13

I Cattivi Samaritani del Prof. Chang

Dalla Prefazione al libro del prof. Ha-Joon Chang,  “Bad Samaritans – The myth of Free Trade and the secret story of Capitalism ” ("Cattivi Samaritani – Il mito del libero commercio e la storia segreta del Capitalismo"), alcune interessanti   considerazioni sui perché della continua propaganda alle fallimentari politiche neo-liberiste:  dei Cattivi “Buoni Samaritani” cercano di impedire ad altri di raggiungere una posizione dominante, “buttando giù la scala” che è servita loro per arrampicarsi in cima; altri le sostengono in buona fede, irretiti da una ricostruzione distorta della storia del capitalismo. 


Traduzione di Alex
(..) Nel 1841 un economista tedesco, Friedrich List , criticò la Gran Bretagna per le prediche sui benefici del libero scambio rivolte ad altri paesi, laddove lei stessa aveva raggiunto la supremazia economica imponendo dazi elevati e sfruttando largamente i sussidi [di stato, n.d.t.]. Accusò i britannici di “aver dato un calcio alla scala” che avevano utilizzato per raggiungere una posizione economica dominante nel mondo: “[ è] prassi comune e scaltra, una volta che si sia assurti a una posizione di dominio, dare un calcio alla scala che è servita per salire, al fine di privare gli altri del mezzo per potere fare altrettanto”.

28/09/13

La mappa della democrazia perduta (in eurozona)


Una breve nota di ZeroHedge a proposito dell'ultimo rapporto sull'Indice di Democrazia stilato dall'Economist Intelligence Unit. Risultato: negli ultimi cinque anni la democrazia nell'eurozona è regredita in misura maggiore che in qualsiasi altra macro-area del pianeta.

Zerohedge scrive:

Secondo l’indice di democrazia elaborato dall'Economist Intelligence Unit (EIU), dal 2008 la democrazia è regredita in 15 su 17 paesi dell’eurozona. Come evidenzia Niraj Shah su Bloomberg, l’indice è precipitato di 0,48 punti in Grecia tra il 2008 e il 2012, poiché le politiche sono state sempre più influenzate dalla BCE, dall’EU e dal FMI, invece che da politici eletti. Nello stesso periodo l’indice è calato di 0,48 punti anche in Germania, per la mancanza di ricambio dei membri dei maggiori partiti alle elezioni. Secondo l’indice, che viene calcolato dal 2006 e si basa su 60 indicatori appartenenti a 5 categorie che includono pluralismo politico, libertà civili, partecipazione politica e cultura, la Finlandia è il paese più democratico dell’eurozona. Siamo certi che Nigel Farage avrà qualcosa da dire riguardo a questa lugubre perdita di controllo democratico. ”

27/09/13

Forze speciali dell'esercito greco presentano richiesta di dimissioni al governo e chiamano il popolo in piazza

Da keeptalkinggreece i punti principali della richiesta di dimissioni, e i commenti che viaggiano su Twitter...

Traduzione di Malachia Paperoga
Il governo Greco, lo stato e le autorità sono in allerta dopo che un sindacato delle forze speciali KEED dell’esercito greco ha diramato un comunicato chiedendo le immediate dimissioni del governo, per dare spazio a un governo di unità nazionale. L’annuncio, pubblicato mercoledì sul sito web del sindacato, ha provocato una riunione di emergenza presso la Corte suprema mercoledì sera e l’apertura di un’indagine ufficiale giovedì mattina.

Martin Wolf: Lo strano universo parallelo della Germania

Martin Wolf, il chief economist del Financial Times, commenta il risultato delle elezioni in Germania, osservando che forse la Merkel riuscirà davvero ad ottenere l’eurozona che desidera, e cioè una Germania allargata, ma lo spettacolo sarebbe deprimente: un immenso surplus strutturale di partite correnti significa infatti esportare tanti prodotti – ma anche tanti fallimenti. 




Partendo dal commento della settimana scorsa sul Financial Times di Wolfgang Schäuble, in cui il ministro delle finanze tedesco si  rallegrava dei segnali economici positivi dell’eurozona  e accusava i critici di vivere in un “universo parallelo”, Martin Wolf si dichiara ben contento di dimorare in quel mondo, perché quello in cui si trova Mr. Schauble si rivela per essere, in realtà, molto inquietante. C'è davvero la possibilità che i paesi membri dell'eurozona ritornino ad un'economia sana in un tempo ragionevole? Dice Wolf:
 

25/09/13

Krugman: Ma dove sono gli economisti pro-austerity?

Paul Krugman sul New York Times osserva come i policy makers e la scienza economica siano ormai due mondi paralleli che non si incontrano: i primi vanno avanti imperterriti, anche se la loro scienza si è dissolta - contributo di affezionato lettore :)



di Paul Krugman
traduzione di Andrea Giannini
Ho preso parte a una discussione sulla direzione del dibattito in materia di politica economica – che va nel senso opposto alla direzione dell'attuale politica economica – nel quale è stata sollevata un'interessante questione: quali sono gli economisti di spicco che perorano la causa dell'austerità fiscale? E' difficile rispondere, perché in questo frangente è dura trovare anche un solo grande economista che sposi quest'idea.

24/09/13

FT: Le conseguenze economiche del Merkel tre

Nel suo commento sulle elezioni tedesche, Wolfgang Munchau, condirettore del Financial Times, sottolinea come questo esito elettorale dia solo nuovo fiato alla pratica del extend and pretend, ossia 'tirare avanti facendo finta di niente': nulla sarà risolto.

Angela Merkel
è riuscita ripetere il successo di Konrad Adenauer, che nel 1975 si assicurò la maggioranza assoluta con lo slogan : "Niente esperimenti".
Perseguire il pareggio del bilancio, rifiutare piani di salvataggio o meccanismi di condivisione del debito, per non parlare poi di addirittura cancellare il debito, può sembrare ad occhi inesperti una politica prudente e responsabile. Invece, dice Munchau, la storia purtroppo insegna che forzare un'eccessiva austerità durante una recessione, posticipare una ristrutturazione del debito divenuta inevitabile, o ritardare l'altrettanto inevitabile ricapitalizzazione del sistema bancario, è un modo di procedere alquanto “spericolato”, o per usare l'espressione di Adenauer, un vero “esperimento”.

STIGLITZ: L’indipendenza della banca centrale non è necessaria ed è anche impossibile

Da Business Insider un post di gennaio, ma sempre attuale! Joe Stiglitz  riconferma quel che dovrebbe essere a tutti evidente: le  istituzioni rispondono sempre a qualcuno, bisogna solo chiedersi "a chi"...


 
traduzione di Malachia Paperoga
 
Joseph Stiglitz, due volte vincitore del premio Nobel e uno dei più famosi economisti della nostra epoca, oggi in India, al C D Deshmukh Memorial Lecture, ha espresso verbalmente la sua contrarietà nei confronti dell’indipendenza delle banche centrali, scrive il The Times of India.

20/09/13

WSJ: Precipita la produzione industriale nell’Euro-Zona

Dal Wall Street Journal un commento sugli ultimi dati della produzione industriale di Eurostat...ma non era una ripresa? (Ci scusi ancora, Mr. Schauble)

I valori sono i più bassi da Aprile 2010 
Traduzione di Malachia Paperoga
 
La produzione industriale dell’eurozona in luglio è crollata bruscamente, fino a toccare i  livelli minimi degli ultimi 3 anni, sollevando dubbi sulla capacità dell’unione monetaria di mantenere in vita una ripresa già molto fragile.

Le mie più umili scuse, Herr Schäuble

Dal Blog di Ambrose Evans Pritchard sul Telegraph una lettera aperta di umili scuse a Herr Schauble, in risposta al suo articolo sul Financial Times, ove canta vittoria sui profeti di sventura...



di Ambrose Evans-Pritchard
Traduzione di Alex

E’ stata resa giustizia al  ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schäuble.

Da parte mia, ho sbagliato tutto. Le politiche di “disciplina”  tedesche  per l’Eurozona  sono state un enorme successo.  Mi vergogno di aver suggerito interpretazioni differenti.
Come scrive oggi sul Financial Times il saggio, paziente e sempre schivo Sig. Schäuble, gli euroscettici dicono e scrivono instancabilmente un mucchio di sciocchezze. 

19/09/13

Da Istwine: Una pericolosa tendenza.



Sollecitato da più parti, il nostro Istwine ha elaborato un testo molto serio e impegnativo sulla storia del pensiero economico. Siamo onorati di riceverlo e pubblicarlo.
Buona lettura


Tutti sanno che il campionato di calcio italiano è iniziato nel 1985 ed ha quindi una storia oramai quasi trentennale. Sempre gli stessi sanno anche che l’Italia, come nazione nasce nel 1950, e quest’anno abbiamo festeggiato il sessantatreesimo anniversario. Del bagaglio culturale dei medesimi, peraltro, sarebbe un delitto non menzionare la conoscenza della prima musica per pianoforte, la cui data di pubblicazione risale al 1883. E potrei citarne altre: le prime forme di vita sul pianeta datate 1312, la scoperta del fuoco del 1614, il primo film nella storia diretto da un regista italiano nel 1993, e via discorrendo. Sono cose che sappiamo tutti, quindi chiunque volesse contribuire alla lista di fatti e avvenimenti universalmente noti, avrebbe vita facile.

18/09/13

Sapir: Lo scioglimento dell'euro, un'idea che si imporrà nei fatti

Dal sito RussEurope di Jacques Sapir  alcuni risultati dello studio "Scenari di scioglimento dell'euro": non sarebbe una catastrofe, ma un salva-vita. Inoltre Sapir illustra l'ipotesi di una moneta comune



Dalla fine della primavera, dai paesi dell'Europa meridionale ci arriva un concerto di "buone notizie". La crescita dovrebbe tornare in Portogallo e in Spagna, come anche in Grecia. I tassi rimangono ad un livello considerato "ragionevole". In breve, la crisi nella zona euro sarebbe dietro le spalle. Tuttavia, a un esame più attento, si può mettere seriamente in dubbio la realtà di queste affermazioni.

17/09/13

IL MECCANISMO GIURIDICO PER L'USCITA DALL'EURO

Riprendo da Orizzonte 48 un importante contributo sugli aspetti giuridici dell'uscita dall'euro: i trattati vanno letti per il verso giusto, e i principi fondamentali della Costituzione, ricordiamocelo, stanno al di sopra...



Alcuni concetti giuridico-interpretativi, che, nell'attuale situazione possono risultare molto importanti:

1) l'uscita dall'euro, intesa come delimitato recesso dallo status di "Stato membro la cui moneta è l'euro", senza simultanea fuoriuscita dall'Unione europea (quale specificamente prevista all'art.50 del Trattato sull'Unione-TUE), ha un fondamento normativo ricavabile deduttivamente dall'art.139 del Trattato sul funzionamento dell'Unione- TFUE;

 

16/09/13

L’Europa è ossessionata dal mito della massa di fannulloni.

Dal Guardian, un altro articolo di Chang sulla favola moralistica dei poveri fannulloni mantenuti a sbafo dai ricchi oppressi dalle tasse...

Ai ricchi conviene presentare  il dibattito sulla povertà  in termini moralistici, ma la verità è che la disuguaglianza è strutturale.
 
'I mercati sono spesso manipolati a favore dei ricchi . ' Fotografia: Justin corsia / EPA
di Ha-Joon Chang

[Traduzione di Alex]

"Uno spettro si aggira per l'Europa" recitava il famoso incipit del  Manifesto del partito Comunista di Karl Marx e Friedrich Engels.
Anche oggi, uno spettro si aggira di nuovo per l’Europa.   Ma, a differenza del 1848, quando Marx ed Engels scrissero quel passaggio, non è il comunismo, ma la pigrizia.

12/09/13

Huff Post: Nel 2011 Silvio Berlusconi “ha minacciato” di uscire dall'Euro, e subito dopo è stato “assassinato politicamente”

L'Huff Post rilancia la notizia diffusa dal Telegraph e ammonisce: che si sia sostenitori od oppositori di Berlusconi (o di Papandreu), la loro rimozione dal governo per pressioni da Bruxelles è il segno preoccupante della democrazia di facciata che ci governa.



Un ex funzionario della Banca Centrale Europea ha sostenuto che alla fine del 2011 Silvio Berlusconi stava considerando di tirar fuori l'Italia dall'euro, prima che i funzionari finanziari europei provocassero la sua rimozione dall'incarico.

Telegraph: Nel 2011 l'Italia aveva formulato dei piani per uscire dall'euro (parole di Bini Smaghi)

Dal britannico Telegraph Evans-Pritchard commenta alcune sorprendenti affermazioni che l'ex membro italiano della BCE, Lorenzo Bini-Smaghi, ha placidamente fatto nel suo recente libro. Affermazioni che dovrebbero destare l'attenzione sia dell'elettorato italiano sia di quello tedesco.


di ; ultima modifica, 12 settembre 2013

E così, adesso lo sappiamo: nell'ottobre/novembre del 2011 Silvio Berlusconi aveva seriamente proposto dei piani per tirare l'Italia fuori dall'euro, provocando così la sua immediata rimozione dall'incarico e decapitazione politica da parte dei gendarmi delle politiche dell'eurozona.

I profitti delle società dipendono dall'"assistenza sociale" che ricevono dallo Stato

Ancora dal Guardian il mitico Chang, segnalato dal mitico 48, mette a nudo l'assistenzialismo pubblico verso le grandi società. Altro che libero mercato!
Quartier generale della Novartis a Basilea
Il libero mercato non è che un mito. Dai brevetti sui farmaci al quantitative easing, le società fanno soldi grazie agli aiuti di Stato.
All’inizio di questa settimana, la corte suprema indiana ha deciso che non riconoscerà il brevetto a Novartis, la società farmaceutica svizzera, per il farmaco anticancro Glivec. Dal momento che si tratta di una nuova versione di un farmaco esistente - dice la sentenza – esso non presenta sufficiente innovazione per poter richiedere un brevetto. Novartis ha biasimato la sentenza definendola “un passo indietro per i pazienti che mette in pericolo il progresso medico su malattie prive di un trattamento efficace”.

10/09/13

Un Triplo Shock minaccia la ripresa pallida e deforme dell'Europa

Dal Telegraph uno schiaffo al vano compiacersi dei policy makers per i timidi segnali di una ripresa che non può avere successo: la deflazione è un veleno per il debito e la disoccupazione è un veleno per la democrazia.



di Ambrose Evans Pritchard - L'Europa non ha recuperato. Ha cominciato appena a stabilizzarsi, tra disoccupazione di massa e debito tendenzialmente ancora fuori controllo in Italia, Portogallo, Spagna e ancora una volta Grecia.


Il compiacimento di coloro
che dettano le politiche di Eurolandia - non certo delle loro vittime - mozza il fiato.

08/09/13

Un'altra crisi finanziaria incombe se i paesi ricchi non si liberano dalla dipendenza da iniezioni di liquidità

Il prof. Ha-Joon Chan dalle colonne del Guardian avverte: le continue iniezioni di liquidità tramite quantitative easing da parte delle Banche Centrali (anche la BCE lo pratica da un paio d'anni, ricordiamolo) placano temporaneamente la situazione finanziaria gettando però le basi per l'instabilità globale. È necessario un cambio di strategia: servono politiche fiscali espansive, spesa e investimenti pubblici. Purtroppo mancano ancora le forze politiche che spingano in questo senso 
(grazie alla segnalazione di Orizzonte48)


Dopo cinque anni dall'ultimo disastro, il quantitative easing rimane l'arma preferita dai governi riluttanti a mettere in discussione l'attuale modello economico.

Ha-Joon Chang   
The Guardian, Venerdì 30 Agosto 2013


Appena la gente ha cominciato a pensare che la situazione nei paesi ricchi fosse diventata più tranquilla – anche se non proprio più brillante –  le cose sono andate decisamente peggio, con più volantilità,  nelle economie dei cosiddetti “mercati emergenti”. Al momento al centro dell'attenzione (suo malgrado) c'è l'India, che sta vedendo un rapido deflusso di capitali e di conseguenza una rapida caduta del valore della sua moneta, la rupia. Ma anche molte altre economie emergenti, a parte la Cina, hanno visto recentemente dei simili deflussi e un indebolimento delle loro valute .

07/09/13

FT: La Germania verrà schiacciata dalla sua ossessione per l’export

Il recente successo della Germania si è basato sul taglio dei salari, scrive sul Financial Times Adam Posenpresidente del Peterson Institute for International Economics, e per la Germania la risposta politica alla crisi dell'eurozona è quella di imporre ai paesi membri di seguire la stessa strada. Ma non prendiamoci in giro, dice Posen, non è sui bassi salari che un paese avanzato dovrebbe puntare!

In primo luogo Posen riassume il modello seguito dalla Germania:

"A partire dal 2003 il tasso di disoccupazione è calato in conseguenza della creazione di un gran numero di lavori a basso salario, a part-time o a orario flessibile, privi dei benefici e delle protezioni di cui hanno goduto le precedenti generazioni del dopoguerra. La Germania oggi ha la più alta proporzione di lavoratori sottopagati in relazione al reddito medio nazionale dell’Europa occidentale. Lo scorso anno, per la prima volta dopo più di dieci anni di stagnazione, i salari medi sono aumentati più dell’inflazione e della produttività."

 

06/09/13

Sull'uscita da destra o da sinistra

Alcuni passaggi degli ultimi post di Goofynomics  sul dibattito "made in Italy" che contrapporrebbe un'uscita da sinistra a un'uscita da destra - e sui diversi modi di realizzare la segmentazione dell'eurozona (che appare inevitabile), e le loro diverse conseguenze. 
In una situazione come questa, con un paese da ricostruire e una democrazia da riconquistare, bisognerebbe cercar di riunire tutte le forze del paese, mettendo da parte il problema delle identità politiche.



Alcuni brani significativi sull'uscita da destra o da sinistra (ma si raccomanda la lettura del post completo, qui):

  di Alberto Bagnai
"...Gli argomenti sono gli stessi visti in Francia, quando la sinistra francese ha dovuto inseguire Marine Le Pen: ci sarebbe un'uscita dall'euro “da sinistra” (io avevo notato piuttosto un'entrata da sinistra) e un'uscita “da destra”, e, evidentissimamente, io sarei quello che vuole uscire da destra. L'uscita da sinistra consisterebbe, da quel che ho capito, in due cose: controllo dei movimenti di capitale, e indicizzazione dei salari per proteggere gli operai dall'inflazione. Dunque mi sembra di comprendere che io, secondo i collaborazionisti di sinistra, sosterrei la libera circolazione dei capitali, e sarei contrario all'indicizzazione dei salari!"

Il più grande problema dell’euro è l’erronea narrazione della crisi

William Oman, economista della RGE (Roubini Global Economics), afferma su Economonitor che l’erronea narrazione sulla crisi dell’euro adottata dai politici, benché conveniente per alcuni,  intralcia il dibattito e  oscura le giuste soluzioni.


 Articolo suggerito e tradotto da magi_c: Grazie!
Quali sono le cause della crisi dell’eurozona? Per quanto questa domanda sia elementare, la comprensione delle cause della crisi da parte dei politici europei è, nel migliore dei casi, incompleta. Il risultato quindi è che l’approccio adottato per risolvere la crisi è stato, e continua ad essere, inadeguato per una serie di ragioni. Se la crisi ha un merito, è quello di servire come opportunità pedagogica per capire le profonde radici dei problemi europei.

04/09/13

Krugman: L'austerità getta la maschera

Sul New York Times Paul Krugman sottolinea l'antidemocraticità del metodo-euro e i suoi veri fini

Simon Wren-Lewis guarda alla Francia, e constata che sta mettendo in atto moltissima austerità fiscale – molta di più di quanto avrebbe senso fare, data la sua situazione macroeconomica. Fa notare, comunque, che la Francia ha eliminato il suo deficit primario di bilancio per lo più attraverso aumenti di tasse, anziché tagli alla spesa pubblica.

The Guardian: Il Piano di intervento in Siria è motivato da interessi petroliferi, non c'entrano nulla le armi chimiche

Sul Guardian esposto chiaramente l'interesse USA alla guerra contro la Siria: lo sapevamo già, che la finta indignazione per i massacri di civili nasconde una dura competizione geopolitica per il controllo del petrolio mediorientale e dei gasdotti, ma ecco la vera pistola fumante...


Gli esperti di armi chimiche dell'Onu visitano le persone colpite da un attacco di gas, in un ospedale nel sobborgo a sud-ovest di Damasco di Mouadamiya . Fotografia: Stringer / Reuters


di Il 21 agosto, centinaia - forse più di mille - persone sono state uccise in un attacco di armi chimiche a Ghouta , Damasco, spingendo gli Stati Uniti, il Regno Unito, Israele e la Francia ad alimentare l'incubo di attacchi militari contro le forze di Bashir al Assad.

Gli esperti sono unanimi nel ritenere che la scena scioccante dei civili, compresi dei bambini, colpiti da un qualche tipo di attacco chimico, sia vera - ma restano divisi sul fatto se si trattava di armi chimiche di tipo militare dell'arsenale di Assad, o fosse una miscela più rudimentale potenzialmente da collegarsi ai ribelli.
[............]

02/09/13

Chi beneficia di una guerra tra Stati Uniti e Siria?

Un Guest Post di Zero Hedge (da Economic Collapse) riassume le ultime notizie trapelate sulla stampa estera a proposito della Siria:  dalle armi chimiche dei ribelli al ricatto alla Russia.  Sapevatelo.




Qualcuno vuole trascinare gli Stati Uniti in una guerra con la Siria. Cui bono è una vecchia espressione latina che è ancora comunemente usata, e significa approssimativamente "a beneficio di chi? " La chiave per capire chi sta realmente dietro la spinta per la guerra è guardare chi beneficerà di quella guerra . Se tra Stati Uniti e Siria scoppia una vera e propria guerra, non sarà un bene per gli Stati Uniti , non sarà un bene per Israele, non sarà un bene per la Siria, non sarà un bene per l'Iran e nemmeno per Hezbollah . La parte che si trova a trarne maggior vantaggio è l'Arabia Saudita, che nemmeno prenderà parte ai combattimenti.

01/09/13

Crisi asiatica versus crisi dell'euro

Mr. Nobel Krugman confronta l'evoluzione della crisi nel Sud-est asiatico con la nostra dell'eurozona... e il risultato è che siamo inchiodati.


Allora, mi sento di nuovo giovane — beh, facciamo di mezza età. La rupia sta precipitando di nuovo!
Sono uno di quegli economisti per i quali la crisi asiatica del 1997-1998 è stata una rivelazione inquietante, una dimostrazione che nel mondo moderno potrebbero ancora ripetersi eventi troppo simili alla Grande Depressione. Tra la crisi acuta nel Sud-est Asiatico e la lunga stagnazione in Giappone, era — o almeno così pensavo — fin troppo evidente che, in realtà, non avevamo la situazione sotto controllo. Purtroppo, la lezione non è stata capita abbastanza, e un decennio più tardi abbiamo avuto una crisi globale che, in confronto, ha fatto sembrare banale la crisi asiatica.