28/02/13

Jacques Sapir: Le elezioni italiane e l'insostenibile austerità dal volto umano

Il commento di Jacques Sapir sulle nostre elezioni :  la ribellione legittima degli italiani e le scelte della "sinistra"

 


Appena usciti i risultati delle elezioni italiane, i commenti erano all'ordine del giorno. Anche il governo francese si è affrettato a fare una dichiarazione per minimizzare l'importanza di questi risultati. Sarebbe stato meglio se si fosse confrontato direttamente con la realtà, almeno per trarne delle lezioni. Ma si preferisce mantenere un atteggiamento di rifiuto, questa volta con il sostegno di una parte della stampa francese, che non ha fatto altro che cantare le lodi del leader del Pd, Luigi Bersani o del tecnocrate Mario Monti divenuto uomo politico. Sarebbe stato sufficiente uscire dalla bolla di Parigi e guardare la stampa italiana, inglese o americana, per avere un'idea di ciò che era accaduto. Ma si dice che non vi è nessuna realtà al di fuori di quella che alcuni ambienti vogliono raccontare  ... Quindi cerchiamo di dare un'occhiata a queste elezioni e ai loro risultati, e cercare di cogliere i punti importanti.

27/02/13

Krugman: Morte per Davos

Per Krugman sul New York Times le elezioni in Italia segnano l'inizio della fine, dovuta alla cecità della élite che ci governa, che non arriva a capire che il popolo vuole crescita e lavoro, e non l'austera stabilità, e questo è tutto.



The Conscience of a Liberal - E' così che finisce l'euro: non con le banche, ma col bunga-bunga.

OK, l'euro non è  - ancora - condannato. Ma le elezioni italiane segnalano che gli eurocrati, che non perdono mai l'occasione di perdere un'occasione, sono molto vicini al limite.

Il fatto fondamentale è che una politica di austerità per tutti - austerità incredibilmente dura nei paesi debitori, ma sempre una certa austerità anche nei paesi del centro europa, con nemmeno un accenno di politica espansiva da nessuna parte - è un fallimento completo. Nessuno dei popoli sotto l'austerità imposta da Bruxelles / Berlino ha mostrato neanche un accenno di ripresa economica; la disoccupazione è a livelli di distruzione della società.

26/02/13

Gli Italiani sfidano col voto le richieste di austerità della UE.

Dal Telegraph, Ambrose Evans Pritchard commenta i primi risultati delle elezioni in Italia, e quel che appare a prima vista è il rifiuto del Bruxelles Consensus

 

La strategia sulla crisi del debito dell'eurozona lunedì notte era nel caos, mentre i partiti anti-austerità sembravano sulla buona strada per vincere la maggioranza dei seggi nel parlamento italiano, complicando notevolmente gli sforzi per formare un governo in grado di portare a termine le riforme imposte dalla UE.

25/02/13

Krugman: Austerità in salsa italiana

Dal Blog di Leprechaun, riprendo questo efficacissimo articolo di Krugman che sul New York Times  fa le sue considerazioni sui timori  per le elezioni italane, che rischiano di destabilizzare l'intera Europa.



Due mesi fa, quando Mario Monti cessò di essere il primo ministro italiano, L'Economist riteneva che “la prossima campagna elettorale sarà, dopo tutto, un test sulla maturità e il realismo degli elettori italiani.” Il comportamento maturo e realistico, presumibilmente, avrebbe dovuto comportare il ritorno di Monti – uno che è stato essenzialmente imposto all'Italia dai suoi creditori – nelle sue funzioni, questa volta con un effettivo mandato democratico.

24/02/13

Due dichiarazioni di voto e una segnalazione

Oggi mentre si compie il rito degli schiavi all'urne, pubblico due tra le  dichiarazioni di voto più condivisibili che mi sono capitate sotto gli occhi:

La prima del grande Altan:

 

E l'altra è un'efficace sintesi tratta da  Il Moralista:


21/02/13

La vera ragione per cui il matrimonio infelice dell'eurozona non si è ancora rotto

Yves Smith di Naked Capitalism offre una ragione molto semplice per cui il matrimonio dell'euro non si è ancora rotto - da tenere presente domenica prossima.


Martin Wolf, normalmente astuto e schietto, o è colpito da un'insolita circospezione oppure veramente gli sfugge il motivo importante per cui l'eurozona persiste nell'infliggere la distruttiva austerità a gran parte della sua popolazione.

Come mostra il suo editoriale, (qui un estratto in italiano) Wolf non si fa nessuna illusione per quanto riguarda il successo dell'esperimento dell'euro e ricorda ai suoi lettori che la moneta unica potrebbe ancora fallire:

19/02/13

Incoraggianti Segni di Disperazione da Olli Rehn

Paul Krugman sul New York Times riporta di una lettera in cui il Commissario Europeo cerca di fermare il vento con le mani




The Conscience of a LiberalSulle due sponde dell'Atlantico, gli Austerians sembrano essere fuori di testa. E dovrebbe essere una buona notizia, segno che si rendono conto, a un certo livello, che stanno perdendo il confronto.

[...]Tra gli altri, Olli Rehn, della Commissione europea, un convinto sostenitore dell'austerità, reagisce alle disastrose notizie sull'economia Europea, che hanno confermato gli avvertimenti dei critici dell'austerità e portato a una larga rivalutazione dei moltiplicatori fiscali, e che confermano che l'economia si trova in una grande trappola della liquidità, così come alcuni di noi avevano previsto. La risposta di Rehn? Dobbiamo smettere di pubblicare questi studi economici, perché stanno minando la fiducia nell'austerità!

13/02/13

Irlanda – Prima della Classe dell'Euro Fiasco

Da Social Europe un articolo di John Weeks che analizzando i dati smonta il mito dell'Irlanda che con l'austerità ha ripreso a crescere. 


I media spesso si riferiscono all'Irlanda come alla "prima della classe" tra i paesi che lottano per uscire dalla disastrosa crisi Europea.

Ma un'analisi del "successo" degli Irlandesi ci rende benissimo l'idea di cosa sia veramente quell'economia dell' 1% che predica il Vangelo dell'austerità in Europa. ...

09/02/13

TURNER: DEBITO, MONETA E MEFISTOFELE, in particolare nell'EUROZONA

Riporto qui alcuni stralci dello storico intervento di Turner (di cui si è già parlato qui) in favore della monetizzazione del deficit.  
Prima la parte introduttiva in cui smaschera con coraggio il rigido tabù,  e poi una delle parti finali - che a noi interessa in particolare - in cui esprime la sua sfiducia sul fatto che la monetizzazione del deficit possa essere applicata con successo nell'eurozona, stanti i difetti strutturali del suo assetto istituzionale. 

 

DEBITO, MONETA E MEFISTOFELE: COME USCIRE DA QUESTO CAOS?
di Adair Turner
 
[...] Parlare della possibilità di una monetizzazione del deficit è come rompere un tabù. Lo scorso autunno alcuni miei commenti in tal senso sono stati subito accolti con l'obiezione che questo porterebbe inevitabilmente all'iperinflazione, in particolare nella zona euro , la quale ha ereditato in toto la  filosofia della Bundesbank.

08/02/13

Un discorso importante che segna una svolta in materia di politica fiscale e monetaria

Su Reuters Anatole Kaletsky riprende un discorso di Adair Turner, presidente della Financial Services Authority britannica, in cui Turner ha autorevolmente ed apertamente sostenuto la monetizzazione del debito. 
 

Il presidente della Financial Services Authority, Adair Turner, lascia Downing Street nel centro di Londra.


Mercoledì sera forse è stato un momento da "il Re è Nudo", un momento in cui il mondo si rende conto improvvisamente che i suoi governanti sono affetti da un delirio che non deve essere assecondato. L'illusione di oggi è il fatalismo economico: l'idea che non può essere fatto nulla per scuotere la paralisi dell'economia globale e che quindi una "nuova normalità" di disoccupazione di massa e declino degli standard di vita sia inevitabile per gli anni o i decenni a venire.

06/02/13

Euro forte o Dollaro (e Yen) debole?

Tutte le conseguenze dell'euro forte sull'economia francese spiegate da Jacques Sapir - e le possibili evoluzioni...

L'euro è attualmente in fase di drammatico apprezzamento. Si Venerdì 1 Febbraio era scambiato a $ 1,36 (US Dollar), 125,8 yen, 0,862 sterlina inglese e 1,247 Franco svizzero, valori che corrispondono a un picco assoluto da 12 mesi. Le autorità francesi sono preoccupate, sia Arnaud Montebourg che Pierre Moscovici, il ministro delle Finanze. Questa preoccupazione non è simulata, perché questo movimento dell'euro, se persiste, provocherà un disastro per l'economia francese. E' necessario comprenderne i motivi per poterne apprezzare le conseguenze.

05/02/13

L'Unione europea paga una "Pattuglia di Troll" contro l'ondata di euroscetticismo

Ecco l'articolo del Telegraph segnalato da Goofynomics ( e poi ripreso qui e qui ) che ci informa sull'ondata di cavallette-troll in arrivo e sulle spese di propaganda del Ministero della Verità UE. 


Nel timore di una crescente ostilità verso la UE, il Parlamento europeo spenderà quasi 2 milioni di sterline per dei trolls allo scopo di controllare e bloccare gli euroscettici nei dibattiti su internet durante la campagna per le elezioni europee del prossimo anno.

Il Daily Telegraph è entrato in possesso di documenti riservati che progettano la spesa per una campagna di propaganda senza precedenti in preparazione delle elezioni europee del giugno 2014.
La chiave della nuova strategia consiste in "strumenti di monitoraggio dell'opinione pubblica" per "identificare allo stadio iniziale i dibattiti di natura politica tra i followeers dei social media e dei blogs che siano potenzialmente in grado di attirare l'attenzione dei media e dei cittadini."

02/02/13

Quella Spaccatura Mozzafiato al cuore dell'eurozona

Da Business Insider un grafico che comincia a mostrare lo scenario forse più importante di quest'anno per l'eurozona...



Markit, l'organizzazione che pubblica tutti i report mensili sull'indice PMI del settore manifatturiero, mostra un grafico davvero stupefacente.

Esso rappresenta la divergenza tra i sondaggi svolti in Francia e in Germania.

Come avevamo già segnalato, nel mese di gennaio l'indice PMI tedesco è salito, mentre il PMI francese è bruscamente in calo.

01/02/13

Segnalazioni

Per ora alcune segnalazioni, ma tra breve riprenderò l'usuale attività:



Vistidallestero di Investireoggi riporta un articolo di Ambrose Evans Pritchard sul Telegraph a proposito della crisi MontedeiPaschi, che sembra diventare sempre più esplosiva e mettere in discussione i giochi elettorali.
 

Naturalmente, noi continuiamo nella nostra giusta campagna elettorale: