09/07/11

L'AMERICA NON PUO' FINIRE COME LA GRECIA

Cullen Roche su Pragmatic Capitalism spiega la sostanziale differenza tra i due paesi in materia di debito

di Cullen Roche
3 luglio 2011

Sulla CNN di oggi c'è un articolo dell'opinionista Fareed Zakaria in ci si chiede se gli Stati Uniti subiranno la stessa sorte della Grecia. Egli scrive:

"L'America affronterà la stessa catastrofe finanziaria che sta attraversando il governo greco, con una impennata del disavanzo e del debito, i mercati che perdono la fiducia e una spirale discendente di tagli di bilancio che ulteriormente deprimeranno l'economia?

Potrebbe, ma cerchiamo di capire qualcosa di veramente importante: l'America si trova in una situazione radicalmente diversa rispetto alla Grecia".

A questo punto le mie orecchie si drizzano, perché un grande esperto dei media mainstream sembrava essere in procinto di compiere un importante passo avanti nella comprensione del sistema monetario degli Stati Uniti, e in che modo si differenzia dall'Europa. Ma poi Zakaria entra nel merito di tutte le ragioni che ci differenziano dalla Grecia, senza mai menzionare il punto in assoluto più importante.

(Si prega di perdonarmi se urlo, perché questo è un messaggio che ha un disperato bisogno di essere ascoltato): LA GRECIA E' L'UTENTE DELLA VALUTA. Gli USA SONO L'EMITTENTE DELLA VALUTA. COME UNA FAMIGLIA, UN'IMPRESA, O IL GOVERNO DI UNO STATO AMERICANO, LA GRECIA HA UNA CAPACITA' DI SPESA LIMITATA. IL CHE SIGNIFICA CHE LA GRECIA DEVE SEMPRE ACQUISIRE FONDI PRIMA DI SPENDERE I SOLDI. GLI STATI UNITI NO. INFATTI, AFFINCHE' I CITTADINI PAGHINO LE TASSE E COMPRINO I TITOLI DEL DEBITO AMERICANO, IL GOVERNO USA DEVE SPENDERE SOLDI. ANCORA PIU' IMPORTANTE, SE IL GOVERNO USA VUOLE SPENDERE SOLDI DEVE SEMPLICEMENTE CAMBIARE DEI NUMERI IN UN SISTEMA INFORMATICO (spesso definito come "stampare denaro" dai media mainstream "). NON CHIAMA LA CINA PER CHIEDERE UN PRESTITO. NON DEVE CONTARE SUL GETTITO FISCALE. SEMPLICEMENTE CAMBIA DEI NUMERI NEL SISTEMA INFORMATICO. LA GRECIA NON PUO 'FARE NULLA DEL GENERE.

Ora, Zakaria si avvicina a questo argomento quando dice che gli Stati Uniti non hanno alcun problema di solvibilità, però, non collega i punti con precisione. Va poi a dire:

"L'America potrebbe dover affrontare un problema di liquidità - cioè, potrebbe avere difficoltà a finanziare i propri debiti e deficit se i mercati perdono la fiducia. Ma, ancora una volta, cerchiamo di essere chiari: questo non è ancora successo. Infatti, in questo momento il mondo sta prestando all'America più a buon mercato rispetto al passato. "

Questo non è assolutamente vero. Non può esistere che gli USA non siano in grado di finanziare la propria spesa. E non esiste che i mercati decidano di non finanziarla. Il prestito obbligazionario e la raccolta fiscale non hanno una funzione di finanziamrento in un paese che emette direttamente la propria valuta ed è completamente autonomo all'interno di un sistema di cambio fluttuante. L'idea che siano operazioni di finanziamento risale ai tempi in cui gli Stati Uniti avevano il gold standard e veramente erano limitati nella spesa. Quel periodo è finito.

Zakaria va a concludere con un punto saliente (anche se mal posto):

"Se finiremo col perdere la fiducia dei mercati, e può succedere, non sarà perché hanno perso la fede nell'America, nella nostra economia e nella nostra società, ma perché non si fidano dei politici egoisti e controproducenti del paese.

Nel quarto weekend di luglio, è un pensiero abbastanza deprimente".

Sì, i mercati potrebbero perdere la fiducia nell'America, ma non nel modo descritto da Zakaria e certamente non nel modo in cui l'hanno persA nei confronti della Grecia. L'unica forma di insolvenza che l'America potrebbe subire è per via di un' iperinflazione, ma come ho descritto in dettaglio, allo stato attuale dell'economia americana c'è ben poco di coerente con i precedenti casi di iperinflazione. Per quanto riguarda i nostri politici - beh, sono da biasimare tanto quanto gli esperti come Zakaria che mandano messaggi sbagliati sulla base di idee sbagliate sul modo in cui il nostro sistema monetario effettivamente funziona.

Mentre il messaggio che Zakaria sta cercando di rappresentare è chiaro (che siamo diversi dalla Grecia), l'argomento è pieno di lacune che lasciano il dubbio nel pubblico americano se gli USA siano davvero diversi dalla Grecia. Questa sorta di equivoco deve finire perché sta portando a risposte politiche sbagliate e a un sentimento distruttivo diffuso in tutta la nazione. Il fatto che questo tipo di equivoco e incomprensione persista a un livello di massa è il vero "pensiero deprimente" di questo fine settimana.

5 commenti:

  1. Certamente il Sig. Cullen Roche, non ha peli sulla lingua e dice delle cose molto sensate.
    E' ovvio che gli U.S.A., sono diversi dalla Grecia e dai PIIGS, in quanto emettendo propria moneta, a differenza degli Europei, possono "tirare avanti" anche con pessimi risultati.
    E' vero che vi è il problema dell'inflazione, del resto ce la stanno mettendo tutta per emettere nuovo denaro.
    Come è altrettanto vero che la popolazione americana, il ceto medio tanto per capirsi, è ridotto al lastrico o poco ci manca... per cui anche internamente potrebbe montare la rabbia.
    Non dispero che gli Amerikani, e la loro moneta, avranno degli sbandamenti non da poco se continuano di questo passo.
    Saluti.
    Orazio

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  2. Ciao Carmen,

    citando questa frase:
    "L'unica forma di insolvenza che l'America potrebbe subire è per via di un' iperinflazione"

    Ora vorrei conoscere il tuo parere: se l'America va in default, e non troverà più finanziamenti sul mercato a basso rendimento, potrà sicuramente stampare moneta in proprio, ma questo fatto potrebbe scatenare una iperinflazione?
    Il rischio iperinflazione può essere evitato?
    E come?

    grazie, saluti

    Nicola

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  3. già che mi traduci "On July Fourth weekend, that's a pretty depressing thought." con "il quarto weekend di luglio" la dice lunga su quanto tu abbia capito l'articolo..

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  4. Oops...nel weekend del 4 luglio....! Mi è scappato, scusate, del resto la mia non è una traduzione professionale, bado al sodo dell'articolo. (E la tua osservazione la dice lunga su quanto tu sia gentile come persona e su quello che tu cogli come vero senso dell'articolo...)

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  5. Nicola, eccomi: come ho detto già in altro articolo (vedi http://vocidallestero.blogspot.com/2011/04/stampare-o-non-stampare-questo-e-il.html)
    se la monetizzazione del debito è inflazionistica o no dipende dalla quantità e dall'uso che si fa della moneta. Se va a finanziare capacità produttive inutilizzate dell'economia reale non genera inflazione. L'idea che la stampa sia inflazionistica di per sè è, a mio avviso , una bufala. (Studiata ad arte).

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