27/03/11

Il Fallimento dell'Euro Rivisitato

Questo articolo di Wolfang Munchau su EuroIntelligence indica chiaramente come lo scenario più probabile e desiderato dall'establishment europeo sia quello di cucinarsi  i PIIGS a fuoco lento con finti salvataggi per arrivare a una ristrutturazione già pagata in gran parte dalla gente, come ci ha già ben detto  Paolo di ML...sarebbe il caso di giocarsela un po' meglio!
 
di Wolfgang Münchau
 24.03.2011
Ci sono due dichiarazioni di volontà che governano la politica dell'eurozona. La prima è quella della Germania, per una responsabilità limitata. La seconda è l'impegno dei leaders europei a salvare l'euro a qualunque costo. Le due dichiarazioni sono tra di loro logicamente incoerenti.

Ci sono due modi - e solo due - perché questa incoerenza non entri in gioco. In primo luogo, il massimale della responsabilità limitata della Germania non deve mai essere superato. In secondo luogo, il massimale viene raggiunto, ma l'Unione europea trova il modo di esternarlo.
Così rimangono quattro opzioni - e solo quattro - da considerare:

1. La Germania accetta l'estensione della sua responsabilità;

2. La crisi del debito della zona euro riesce essenzialmente ad auto-correggersi attraverso l'austerità;

3. Scenario di successo con ristrutturazione/rinegoziazione del debito;
 
4. I leaders della UE abbandonano il loro impegno – ed è lo scenario del fallimento dell'euro. 

Io escluderei la prima opzione. Vorrei prendere la responsabilità limitata della Germania come un dato di fatto, sia per ragioni di politica interna che di diritto costituzionale. E' inconcepibile che la Corte costituzionale tedesca accetti una illimitata condivisione degli oneri. E anche un cambio di governo nel 2013 non muterebbe sostanzialmente la posizione della Germania. Darei una probabilità zero a questo evento. Se qualcuno dei politici cercasse di aumentare l'onere sulla Germania, il paese si rivolterebbe. 
La seconda opzione è il caso degli ottimisti. Dicono che l'austerità funziona. Ha funzionato nel caso della Lettonia, e funzionerà in Grecia, Irlanda, Portogallo e Spagna. L'austerità non è a costo zero, naturalmente. In Lettonia, il prezzo è stato un calo della produzione di circa un terzo, simile alla Grande depressione nelle economie occidentali. L'argomento principale degli ottimisti dell'austerità è che i costi – per quanto alti – sarebbero sempre inferiori a quelli di un default. 
Darei una probabilità bassa a questo scenario, ma non zero. Potrebbe avere una chance di funzionare, se la crescita economica mondiale fosse sostenuta, se la Banca centrale europea permettesse una moderata inflazione, se i tassi di interesse di mercato scendessero a livelli pre-crisi, se la correzione sul mercato immobiliare in paesi come Spagna e Irlanda terminasse in fretta, e se i governi riuscissero a mantenere il consenso sulla loro politica per diversi anni. Solo in forza di una tale serie di condizioni molto improbabili la Grecia e l'Irlanda hanno una possibilità di evitare la bancarotta nazionale. 
Il motivo per cui io sono scettico su questo scenario è l'esperienza storica. Le crisi di debito non si sono mai auto-corrette. Non vorrei attribuire una probabilità superiore al 10% a questo evento - non impossibile, ma non molto probabile.

Lo scenario tre è quello chiaramente favorito dall'establishment politico. Il
European Stability Mechanism è stato appositamente progettato con questa opzione in mente. Se completato con apporti da parte degli investitori privati, i € 750 miliardi totali di fondi pubblici potrebbero estendersi a € 1000-2000 miliardi in totale. Se, inoltre, i paesi beneficiari applicano un livello ragionevole di austerità, allora il massimale effettivo dovrebbe risultare sufficiente - ma solo ad una importante condizione: che il contributo del settore privato di per sé non aumenti la responsabilità del settore pubblico. Ma questo sembra improbabile. Una ristrutturazione del debito costringerebbe i governi a mettere da parte ingenti somme per il salvataggio del settore finanziario nazionale, e della Banca centrale europea.

Ci sono varie opzioni alternative più miti all'interno di questo scenario, ad esempio una rinegoziazione delle scadenze del debito. Ma questo non risolverebbe il problema di un insostenibile rapporto debito/PIL. Molto probabilmente si richiederebbe una miscela di ristrutturazione e rinegoziazione. Ma c'è il fatto non banale che la somma dei costi dei trasferimenti agli altri paesi e dei salvataggi finanziari nazionali potrebbe superare ciò che è politicamente accettabile per i paesi della zona euro a tripla A.
 
Invece di attribuire direttamente una probabilità a questo evento, io preferirei fare un calcolo inverso. Se si considera la probabilità degli scenari uno e due come, diciamo al 10%, e la probabilità dello scenario quattro, dello smembramento della zona euro, pari a zero, logicamente la probabilità dello scenario di successo numero tre deve essere dell'ordine del 90 %. Sicuramente, è un probabilità troppo alta per uno scenario così incerto. 
Questo significa che la probabilità dello scenario quattro non può essere zero o vicino allo zero. Quando la crisi scoppiò nella zona euro, la probabilità di fallimento è stata considerata come bassa, ma tuttavia positiva. E ora è più alta, nonostante l'impegno "massimo possibile". In Francia nei sondaggi di opinione Marine Le Pen ora sta davanti al presidente Nicolas Sarkozy e a Dominique Strauss-Kahn, e sta conducendo una campagna per il ritiro della Francia dall'euro, ma anche della Spagna, Grecia e Portogallo. Anche se lei potrebbe non farcela, le sue possibilità di successo sono nettamente superiori a zero. Il Portogallo è irrazionalmente ostile a qualsiasi programma che coinvolga il Fondo Monetario Internazionale, mentre la Grecia sta già facendo marcia indietro su alcuni dei suoi impegni nel quadro del programma esistente. L'economia politica non procede con facilità. 

Il punto è che se la Germania è seria e ferma sulla responsabilità limitata - e credo che lo sia - la probabilità di un fallimento dell'euro è tutt'altro che minima.

Wolfgang Münchau è presidente di Eurointelligence ASBL, e direttore associato e columnist del Financial Times.



15 commenti:

  1. in bocca al lupo Carmen the Sister. Da oggi entri a far parte del nostro gruppo di amici.
    Sono felice e sicuro che faremo tanta strada insieme, in quanto condividiamo già moltissime idee e valori.
    MERCATO LIBERO

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  2. ben arrivata Carmen, e buon lavoro!

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  3. Grazie Paolo, per me è un grande piacere collaborare con voi, e contribuire con la forza del gruppo a far scendere l'economia, dai piani alti degli addetti ai lavori, sulla strada tra la gente.
    Apprezzo i contenuti e i valori che portate avanti, non a caso ci siamo incontrati, e spero che faremo un bel pezzo di strada insieme.

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  4. Buona fortuna e ..buon lavoro, fabio - ancona

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  5. Come buon auspicio al tuo lavoro ti passo questa notizia: "Constitutional Amendment in North Dakota Would Abolish Property Taxes".

    Mi ricordo quando Amato si è inventato l'ICI. Nessuno ne ha parlato ma un sacco di persone anziane hanno dovuto vendere le loro case perché non potevano permettersi di pagare quello che, a tutti gli effetti, era un canone di affitto imposto dal governo.

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  6. Grazie degli auguri a tutti gli amici lettori, e ben vengano suggerimenti e commenti.
    Grazie Niki, il North Dakota colpisce ancora!

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  7. ho dato un'occhiata al blog e ti faccio i complimenti per la selezione di articoli.
    Ottimo

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  8. ciao carmen, vai forte, mi raccomando!

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  9. Sig.ra Carmen, Le faccio nuovamente i miei complimenti, per aver recuperato in rete un articolo interessante che da fiato a quanto da me scritto qualche giorno fa nel suo blog.
    Evidentemente siamo sulla stessa "lunghezza d'onda" e di questo me ne compiaccio..;)
    A parte le battute, e leggendo il testo del sig. Wolfgang Münchau, non ho osservazioni da fare.
    Sarebbe sicuramente meglio una ristrutturazione del debito, in quanto, e qui mi riferisco a fatti storici che ovviamente vengono taciuti e che riporto per ulteriore comprensione:
    Nel 1936, la Grecia rifiutò (pur riconoscendo l'esistenza dell'obbligazione) il pagamento del debito contratto con la banca belga Société Générale de Belgique. Il governo belga, allora, intentò causa innanzi alla Corte Internazionale della Società delle Nazioni contro la Grecia, accusando quest'ultima del mancato rispetto di un patto internazionale. Il Paese ellenico rispose che l'insolvenza era giustificata dal pericolo che il pagamento avrebbe significato per il popolo e lo Stato. Nel promemoria, il Governo greco scrisse: ''Il governo di Grecia, preoccupato circa gli interessi vitali del popolo ellenico, dell'amministrazione, dell'economia, delle salute pubblica e della sicurezza interna ed esterna del paese, non aveva altra scelta'' che quella della ristrutturazione del debito contratto con la banca belga (Yearbook of the International Law Commission, 1980, v.II., parte I, p.25-26). Nel 1938, il Tribunale riconobbe le ragioni della Grecia, creando un precedente giuridico su cui, tra l'altro, si basò il governo argentino nel 2003.
    Come si vede vi sono i mezzi per resettare il tutto e ripartire in modo diverso.
    Evidentemente i politici, no no sbagliavo, i dipendenti delle banche, si faranno in 4 per proseguire l'opera di distruzione economica e sociale.
    Saluti.

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  10. Grazie caro Anonimo, la citazione storica è molto interessante. Il problema è che questa benedetta ristrutturazione la vogliono fare dopo aver dissanguato i popoli con salvataggi a caro prezzo, quando oramai il conto da pagare sarà di molto diminuito. Comunque non disperiamo, abbiamo un nuovo governo Irlandese, una crisi in Portogallo, proteste sempre più diffuse in tutta Europa...
    Mi scusi se mi permetto, ma al prossimo commento perché non mette un nome, anche qualsiasi, così come segno di riconoscimento...?

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  11. o.K - Saluto
    Orazio

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  12. Bello scambio di commenti! Ah che belle le persone civili e cortesi!
    Grazie Carmen!

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  13. Grazie Niki, ricambio a te il complimento.
    Uno dei difetti della rete è che molte volte, nascosta dallo schermo, la gente si lascia andare a sgradevolezze inaudite.
    Questo qui non deve succedere.
    Le critiche sono sempre ammesse, ma circostanziate, e civili!

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